23/05/2024

Elezioni Europee. Intervista a Maddalena Morgante (FdI)

Maddalena Morgante, classe 1981, Avvocato, è attualmente deputato della Repubblica Italiana, Segretario della Giunta delle elezioni, Componente della XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati e Responsabile nazionale del Dipartimento Famiglia e Valori non Negoziabili di Fratelli d’Italia. In passato ha ricoperto la carica di Vice-presidente AGESC (associazione genitori scuole cattoliche) dell’Istituto Salesiano Don Bosco di Verona; attivamente impegnata nelle attività dell’associazione “Mani Giovani”, onlus di volontariato a favore delle famiglie in difficoltà presso l’Istituto Salesiano sempre di Verona; nel periodo scolastico del liceo e durante la formazione universitaria ha partecipato alle attività parrocchiali come catechista; durante gli anni universitari ha preso parte alle attività organizzate dal Sovrano Militare Ordine di Malta (SMOM) sia a livello territoriale sia nazionale. E’ alla sua prima candidatura al Parlamento Europeo e corre per Fratelli d’Italia, nella circoscrizione dell’Italia Nord Orientale.

 

I temi, i valori e i princìpi espressi nel Manifesto di Pro Vita & Famiglia sono da molti considerati divisivi e “politicamente scorretti”, anche se affondano le radici nella stessa identità dell’Europa. Perché ha deciso di sottoscrivere il Manifesto e che ruolo hanno questi valori nella sua vita ed esperienza politica?

«Vita, Famiglia e Libertà Educativa sono da sempre tre grandi pilastri della mia vita, personale e politica. Credo fermamente che la politica sia un servizio di grande responsabilità verso la persona, la sua dignità e i diritti inalienabili. Considero la Vita un dono da custodire dal concepimento alla morte naturale e riconosco nel diritto a nascere il primo, fondamentale, diritto della persona, senza il quale non vi sarebbero tutti gli altri diritti. Non esistono vite non degne di essere vissute e per questo credo sia un dovere comune fare tutto il possibile, il meglio possibile per prendercene cura. Abbiamo bisogno di una cultura del rispetto condivisa fondata sulla dignità dell’uomo, unica arma efficace per contrastare derive disumane quali l’utero in affitto, un business che mercifica il corpo delle donne e tratta i figli come prodotti da banco. Amare la famiglia, riconoscere la sacralità della vita, difendere la donna e proteggere i nostri figli, il nostro futuro, significa opporsi senza compromessi a pratiche di questo tipo. La Famiglia è la struttura originaria e portante della società, per questo ha bisogno di cura, tutela, supporto per tornare al centro dell’agenda politica e culturale in un tempo storico carico di attacchi nei suoi confronti, incapace di riconoscerne il valore. La crisi demografica che stiamo attraversando, oltre alle politiche attive, ha bisogno di un cambiamento culturale: la politica rimarrà insufficiente senza una chiara visione antropologica in grado di testimoniare la bellezza del progetto famigliare. Credo che l’ideologia del “genitore1 e 2”, l’ideologia della società fluida, sia nociva per la persona, per la donna, per la famiglia e come tale non dovrebbe entrare nelle scuole o negli atti dell’UE. Ai genitori resti il primato educativo. Alla società resti il diritto di opporsi democraticamente al pensiero unico politicamente corretto. Ecco perché faccio mie le istanze del Manifesto».

In che modo, nella sua passata esperienza personale, professionale o politica, lei ha già avuto modo di spendersi concretamente per i valori e princìpi espressi nel Manifesto?

«Come Responsabile nazionale del Dipartimento Famiglia e Valori non negoziabili di FdI, ho deciso di investire fin da subito il mio impegno politico nei principi espressi dal Manifesto perché credo rappresentino “la” battaglia principale oggi. Lo dimostra la ferma opposizione a iniziative come il ddl Zan, come la cosiddetta “pdl Cappato” per la legalizzazione del suicidio assistito nella Regione Veneto. Ho dato pieno sostegno alla pdl in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all’estero da cittadino italiano. Inoltre, il mio totale appoggio al ddl sul bullismo e il cyberbullismo».

L’approccio attuale delle istituzioni europee ai valori e princìpi espressi nel Manifesto è di forte ostilità. Basti pensare al voto per rendere l’aborto un “diritto fondamentale” dell’UE o ai continui riferimenti all’ideologia Gender e all’Agenda LGBTQIA+. Scelga un punto del Manifesto sottoscritto che riterrebbe prioritario affrontare se eletto al Parlamento Europeo e ci spieghi che cosa proporrebbe, concretamente, per dargli attuazione politica e legislativa.

«Il punto n.2 del Manifesto, il sostegno alla famiglia naturale. È una battaglia che mi appartiene in modo particolare. La famiglia è il primo nucleo sociale: l’Europa deve tornare a riconoscerlo per recuperare la fiducia persa in questi anni con politiche disinteressate alla realtà famigliare. Proporrei politiche strategiche per aiutare i giovani a credere di nuovo nella genitorialità dando sostegno concreto a questo progetto con soluzioni adeguate a incentivare la natalità, a favorire la conciliazione genitorialità-lavoro, restituendo così alla maternità il suo valore sociale insostituibile. Proporrei alternative per la vita alle donne che si trovano a vivere la gravidanza in situazioni di particolare vulnerabilità».

Oltre ai valori e princìpi espressi nel Manifesto sottoscritto, su quali specifiche sfide, misure e iniziative ritiene in assoluto più urgente concentrarsi a livello di Unione Europea?

«Ritengo sia necessario concentrare l’attenzione politica anche sul sostegno alle persone affette da disabilità e ai loro bisogni, secondo un principio di inclusione e riduzione delle disuguaglianze. Porrei l’attenzione sul supporto alle famiglie con politiche di sussidiarietà rivolte agli anziani, che sono la principale misura di supporto alle famiglie e incarnano la nostra storia. Infine, la battaglia a difesa della libertà come diritto umano fondamentale: libertà di pensiero, di credo, di espressione. Conservare la libertà contro le ideologie è prioritario e interessa ogni settore sociale».

 

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