Marco Squarta, classe 1979, avvocato e dipendente di una società di servizi, è candidato con Fratelli d’Italia nella Circoscrizione dell’Italia Centrale. Nel 2015, a 36 anni, è stato eletto nell’Assemblea legislativa dell’Umbria risultando il candidato più votato del centrodestra con 3.808 preferenze. Nella X Legislatura è stato capogruppo di Fratelli d’italia e Portavoce del centrodestra. È stato anche presidente del Comitato di valutazione e controllo e vicepresidente della Commissione per le riforme statutarie. È stato nominato portavoce provinciale di Perugia di Fratelli d’Italia e membro della direzione nazionale del partito. Nel 2006 ha fatto parte del Co.Re.Com. dell’Umbria. È stato Vice Presidente provinciale di Azione Giovani, dirigente nazionale di Azione Giovani e vice coordinatore provinciale del PdL. Nuovamente eletto nel 2019 consigliere regionale, attualmente ricopre l’incarico di Presidente dell’Assemblea Legislativa della regione Umbria.
I temi, i valori e i principi espressi nel Manifesto di Pro Vita & Famiglia sono da molti considerati divisivi e “politicamente scorretti”, anche se affondano le radici nella stessa identità dell’Europa. Perché ha deciso di sottoscrivere il Manifesto e che ruolo hanno questi valori nella sua vita ed esperienza politica?
«Ho deciso di sottoscrivere il Manifesto di Pro Vita perché i valori ivi espressi hanno sempre fatto parte del mio bagaglio valoriale, personale e politico. Ritegno assurdo che la difesa della vita e della famiglia debbano essere ritenuti divisivi da chi ha la responsabilità di rappresentare le istituzioni, poiché questi valori rappresentano le basi fondanti di ogni comunità sociale».
In che modo, nella sua passata esperienza personale, professionale o politica, lei ha già avuto modo di spendersi concretamente per i valori e principi espressi nel Manifesto?
«Come esponente di Fratelli d’Italia ho sempre sposato iniziative che sostenessero, sia in linea di principio che con azioni sostanziali, la difesa della famiglia e l’incentivazione della natalità, soprattutto in relazione alle situazioni di disabilità, per cui come consigliere regionale ho presentato diverse proposte di legge».
L’approccio attuale delle istituzioni europee ai valori e princìpi espressi nel Manifesto è di forte ostilità. Basti pensare al voto per rendere l’aborto un “diritto fondamentale” dell’UE o ai continui riferimenti all’ideologia Gender e all’Agenda LGBTQIA+. Scelga un punto del Manifesto sottoscritto che riterrebbe prioritario affrontare se eletto al Parlamento Europeo e ci spieghi che cosa proporrebbe, concretamente, per dargli attuazione politica e legislativa.
«Sicuramente la proposta di rendere la pratica dell’utero in affitto reato universale rientrerebbe tra le priorità. Questa pratica a mio avviso, oltre che aberrante di per sé, rappresenta un inaccettabile svilimento della dignità della donna».
Oltre ai valori e principi espressi nel Manifesto sottoscritto, su quali specifiche sfide, misure e iniziative ritiene in assoluto più urgente concentrarsi a livello di Unione Europea?
«Dobbiamo creare un vero sistema strutturale di aiuti e sostegni per le famiglie e più in particolare per le donne e le ragazze che decidono di portare a termine la gravidanza, pur trovandosi in situazioni difficili. Penso a contratti di lavoro inclusivi e pensati per le esigenze delle madri, creazione di asili nido aziendali, anche notturni, rimborsi completi per asili nido e attività complementari alla scuola e per le attività sportive».