23/05/2024

Elezioni Europee. Intervista a Nicola Procaccini (FdI)

Nicola Procaccini, classe 1976, è attualmente eurodeputato e Co-Presidente del gruppo dei Conservatori e Riformisti al Parlamento Europeo ed è ricandidato per Fratelli d’Italia, nella Circoscrizione dell’Italia Centrale. Nel suo passato politico anche l’esperienza da sindaco di Terracina dal 2011 al 2019.

 

I temi, i valori e i princìpi espressi nel Manifesto di Pro Vita & Famiglia sono da molti considerati divisivi e “politicamente scorretti”, anche se affondano le radici nella stessa identità dell’Europa. Perché ha deciso di sottoscrivere il Manifesto e che ruolo hanno questi valori nella sua vita ed esperienza politica?

«Condivido ogni singolo punto del vostro Manifesto perché parte dal principio fondamentale che la famiglia tradizionale - intesa come unione di uomo e donna - è l’elemento costitutivo della nostra società. È un concetto semplice, naturale, eppure mai come oggi costantemente messo in discussione dagli innumerevoli tentativi di decostruzione di genere. Ugualmente, sostengo il diritto alla vita e credo sia importante agire per arginare l’inverno demografico».

Lei ha già svolto il mandato di Parlamentare europeo, carica per cui si sta oggi ricandidando, in un contesto politico ostile ai valori e princìpi espressi nel Manifesto. Quali azioni concrete lei o il suo gruppo avete messo in campo in passato per tentare di arginare l’attuale ostilità dell’Unione Europea ai valori e princìpi espressi nel Manifesto (dichiarazioni, voti, proposte legislative, convegni ed eventi)?

«Nell’attuale legislatura vi sono stati, da più fronti, vari tentativi di inculcare un pensiero unico progressista all’interno dell’agenda europea. Il gruppo ECR, di cui sono co-Presidente, è sempre stato in prima linea per ribadire la propria ferma opposizione ad ogni attacco alla vita, alla famiglia e alla libertà educativa. Lo abbiamo fatto, ad esempio, con interrogazioni parlamentari (come quella sulla genitorialità transfrontaliera), con emendamenti mirati in varie proposte legislative o di risoluzione, nonché con eventi specifici (penso all’importante convegno organizzato a Subiaco lo scorso marzo durante il quale ho sottoscritto a nome dei Conservatori una carta valoriale contro l’ideologia di genere e i rischi della cultura “woke”)».

Scelga un punto del Manifesto sottoscritto che riterrebbe prioritario affrontare se rieletto al Parlamento Europeo e ci spieghi che cosa proporrebbe, concretamente, per dargli attuazione politica e legislativa.

«Una mia personale battaglia, che ho portato avanti sin dall’inizio dell’attuale mandato e che non esiterò a proseguire in caso di rielezione, è quella di riuscire finalmente a far considerare la pratica della maternità surrogata come un reato universale. Ci sono stati incoraggianti passi in avanti in questo senso: la recente direttiva europea sulla prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani e la protezione delle vittime riconosce lo sfruttamento della maternità surrogata forzata come crimine a livello europeo. Criminalizzare la maternità surrogata consente di proteggere le donne e sottrarle ad uno stato di soggezione e sottomissione, ponendo un argine importante all'odiosa pratica dell'utero in affitto».

Oltre ai valori e princìpi espressi nel Manifesto sottoscritto, su quali specifiche sfide, misure e iniziative ritiene in assoluto più urgente concentrarsi a livello di Unione Europea?

«È evidente che il nostro continente sta vivendo una profonda crisi demografica che minaccia la sua stessa esistenza. Ma io credo che la crisi più grande sia innanzitutto culturale e valoriale, poiché l’UE ha perso la propria essenza anteponendo il cosiddetto progresso alle considerazioni etiche e ai principi morali che l’hanno resa il continente più solido, giusto e sicuro al mondo. Le varie priorità incluse nel Manifesto (dalla difesa della famiglia agli incentivi alla natalità, dalla tutela dei minori alla lotta alle ideologie di genere) hanno come comune denominatore la necessità di una profonda presa di coscienza sul tipo di società che vogliamo preservare. Questa è una sfida senza tempo, e siamo pronti ad affrontarla».

 

 

 

 

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