Stefano Bargi, classe 1989, natto a Sassuolo e laureato in Economia Aziendale, imprenditore nel settore della ristorazione, è candidato per la Lega nella Circoscrizione dell’Italia Nord Orientale. Dal 2009 al 2014 è stato consigliere e capogruppo della Lega in Consiglio Comunale di Sassuolo. Attualmente è Consigliere Regionale.
I temi, i valori e i princìpi espressi nel Manifesto di Pro Vita & Famiglia sono da molti considerati divisivi e “politicamente scorretti”, anche se affondano le radici nella stessa identità dell’Europa. Perché ha deciso di sottoscrivere il Manifesto e che ruolo hanno questi valori nella sua vita ed esperienza politica?
«Ritengo che i valori che voi rappresentate nel vostro manifesto e nella vostra azione, non solo non sono divisivi, ma anzi, solo l’unico vero elemento di unità all’interno del contesto europeo. Altrimenti costituito da Paesi con tradizioni, cultura, lingua ed identità diverse. Quello che oggi chiamiamo “Occidente” una volta era la “cristianità”, in opposizione a blocchi culturali e valoriali diversi. Al netto dell’aspetto religioso i valori rappresentati da quel mondo sono il vero e proprio legame tra i popoli del nostro continente, senza di essi non ha nemmeno senso parlare di Europa».
In che modo, nella sua passata esperienza personale, professionale o politica, lei ha già avuto modo di spendersi concretamente per i valori e princìpi espressi nel Manifesto?
«Fin dalla mia prima esperienza politica, in cui ho rivestito la carica di Capogruppo dell’allora Lega Nord nel Consiglio Comunale di Sassuolo dal 2009 al 2014, mi sono impegnato in difesa della nostra identità culturale e valoriale, con una situazione che, a causa dell’immigrazione incontrollata, era diventata esplosiva e conosciuta a livello nazionale. Più di recente, nel corso de mio ultimo mandata da Consigliere Regionale, ho presentato un Progetto di Legge per introdurre il “Fattore Famiglia” emiliano - romagnolo, bocciato da una titubante maggioranza targata PD».
L’approccio attuale delle istituzioni europee ai valori e princìpi espressi nel Manifesto è di forte ostilità. Basti pensare al voto per rendere l’aborto un “diritto fondamentale” dell’UE o ai continui riferimenti all’ideologia Gender e all’Agenda LGBTQIA+. Scelga un punto del Manifesto sottoscritto che riterrebbe prioritario affrontare se eletto al Parlamento Europeo e ci spieghi che cosa proporrebbe, concretamente, per dargli attuazione politica e legislativa.
«Tra i punti del manifesto che ritengo prioritari vi è il sostegno alla famiglia e alla natalità, tema che sta diventando sempre più pressante anche per i risvolti socio - economici che comporta. Serve quindi invertire le priorità europee da una spasmodica esaltazione del desiderio individuale (leggasi diritti civili) ad una valorizzazione delle comunità, partendo dal ruolo della famiglia. Occorre inoltre mettere in discussione i fondamenti stessi dell’attuale Unione che hanno le radici nell’accettazione incondizionata del capitalismo finanziario che, dopo quasi 30 anni di moneta unica, ha dimostrato tutta la sua inefficacia nel sostenere la crescita nel nostro Paese. Senza quest’ultimo passaggio, ogni politica sui valori rischia di sbattere contro il pragmatismo di una realtà che va nel senso opposto».
Oltre ai valori e princìpi espressi nel Manifesto sottoscritto, su quali specifiche sfide, misure e iniziative ritiene in assoluto più urgente concentrarsi a livello di Unione Europea?
«Sicuramente la fine delle ostilità verso la Federazione Russa, a partir dal superamento delle sanzioni, dallo stop all’invio delle armi e dall’opposizione alla partecipazione diretta con nostri soldati. Serve invece recuperare i rapporti per garantire un futuro di pace, integrazione e crescita sinergica sul nostro territorio».