Tra i parlamentari pro-life e pro family, chi non ha bisogno di presentazioni è Maurizio Gasparri. Alle elezioni del 25 settembre, il 66enne esponente di Forza Italia corre al Senato, per la Circoscrizione Lazio 2. Come spiegato a Pro Vita & Famiglia, il senatore Gasparri auspica, in particolare, robuste politiche per il rilancio demografico, al fine di ribaltare la decadenza della nostra civiltà. Parallelamente, Gasparri sposa una linea dura contro eutanasia, gender e droga libera.
Ascolta "Elezioni. Gasparri (FI): «Rilancio demografico e linea dura contro eutanasia, gender e droghe»" su Spreaker.Senatore Gasparri, Lei ha partecipato venerdì scorso alla presentazione della Carta dei Principi non negoziabili di Pro Vita & Famiglia e Family Day. Quanta incidono questi principi nella campagna elettorale in generale e, in particolare, nella sua?
«Difendere questi principi, la vita, la famiglia, è fondamentale, tanto più che viviamo nel pieno di un inverno demografico. Altrimenti, rischiamo di andare addirittura incontro a una progressiva scomparsa del nostro popolo. È in gioco l’esistenza fisica stessa della popolazione, nonché la perdita dei valori: tutto quello che sta avvenendo contribuisce a questa involuzione. Pertanto, la difesa dei valori non negoziabili ha un alto valore sociale, oltre che un alto valore morale e religioso».
Come Lei ha accennato, il problema forse più sottovalutato del Paese è la denatalità: cosa non ha funzionato nelle politiche demografiche degli ultimi 20-30 anni? Lei cosa cambierebbe?
«Bisognerebbe portare avanti politiche sociali sulla casa, sul fisco, sulla libertà educativa. Serve una visione a trecentosessanta gradi per sostenere la natalità e la famiglia, cosa che oggi viene fatta in modo parziale o insufficiente. In questo campo bisogna assolutamente intervenire».
Il dibattito sull’aborto è tornato in auge: qual è il suo approccio a riguardo?
«Sull’aborto non bisogna andare allo scontro frontale. Vanno applicate quelle parti, finora inattuate, che cercano di aiutare le donne a difendere la scelta della maternità. Pare quasi sia diventato un reato invocare l’applicazione della legge nelle parti che prevedono un sostegno, un dialogo e una possibilità di evitare la scelta dell’aborto… Mi chiedo perché taluni reagiscano in maniera così scomposta di fronte a questa affermazione così logica! Su questo tema, riteniamo si debba aprire una riflessione ai fini dell’applicazione totale della legge e dell’aiuto alla maternità».
Sul fine vita, qual è il programma di Forza Italia e del centrodestra per la prossima legislatura?
«In primo luogo, l’obiettivo è quello di evitare l’approvazione di leggi eutanasiche ma anche di evitare l’accanimento terapeutico e favorire tutte le modalità in grado di garantire un’assistenza più efficace per le situazioni in cui le difficoltà sono enormi. In questa legislatura abbiamo evitato l’approvazione di una legge che, di fatto, apriva la strada all’eutanasia. Su questo punto saremo fermi. Il che non significa ignorare le condizioni di sofferenza e di difficoltà di tanti casi in cui l’aiuto alle famiglie è insufficiente e andrebbe ampliato».
Anche attraverso un’implementazione delle cure palliative?
«Certamente, le cure palliative sono fondamentali da questo punto di vista».
L’ideologia gender rimane sempre molto invasiva nei nostri media e, in particolare, nel nostro sistema scolastico. Qual è la sua posizione, ad esempio, su iniziative come la carriera alias?
«L’obiettivo è difendere la libertà educativa, difendere le scuole paritarie, evitare che nelle scuole – specie se pubbliche – si diffonda l’indottrinamento, come si è cercato di fare. Il ddl Zan puntava anche a questi effetti e noi abbiamo fatto bene a bloccarlo. È giusto combattere la violenza e la discriminazione, ma è assurdo portare avanti un’ideologizzazione all’interno delle scuole. Bisogna evitare ogni forma di indottrinamento e di condizionamento. I bambini non devono essere oggetto di strumentalizzazioni di nessun tipo».
La tutela dei minori e dei giovani implica anche un’attenzione particolare ai pericoli della droga, della sessualizzazione precoce e della pedopornografia, il cui principale veicolo è il web. Come affronterà questi temi durante la prossima legislatura?
«Sulle questioni della droga, sono assolutamente fermo. Ho sempre sostenuto le comunità per la prevenzione e per il recupero: è uno dei miei principali campi di attività parlamentare. Sono assolutamente convinto che si debba fare di più per la prevenzione, per il recupero, per il contrasto a tutte le droghe. La legalizzazione rappresenterebbe una facilitazione all’uso delle droghe: non è vero che toglierebbe risorse alla criminalità, la quale si riverserebbe sui minorenni, essendo questi ultimi tra i consumatori che meno si avvantaggerebbero di una possibile legalizzazione. Pensiamo anche ad altri tipi di sostanze, alle droghe chimiche, alla cocaina, oggetto di forti attività criminali. La legalizzazione sarebbe quindi una follia totale. Quanto alla pedopornografia in rete, servono più filtri e più controlli. È una tragedia di livello planetario, non basta una politica soltanto nazionale, occorre una politica concertata a livello internazionale per impedire tutti quegli abusi orrendi che, attraverso la rete, trovano purtroppo un percorso facilitato».