Tra i candidati di centrodestra più spiccatamente pro-life e pro-family alle elezioni regionali nel Lazio (12-13 febbraio 2023) figura Tony Bruognolo. Il 46enne segretario politico della Lega in Provincia di Roma Sud corre per un seggio di consigliere nella circoscrizione di Roma. Tra i punti del suo programma illustrati a Pro Vita & Famiglia spiccano gli aiuti alle famiglie numerose, il contrasto alla carriera alias, la valorizzazione delle persone fragili. Burognolo è stato inoltre tra i candidati di questa tornata elettorale ad aver firmato il manifesto valoriale di Pro Vita & Famiglia sull'impegno a tutelare la vita, la famiglia e la libertà educativa.
Tony Bruognolo, nel suo programma per le elezioni regionali nel Lazio, quali sono le misure a sostegno della maternità e del diritto alla vita sin dal concepimento?
«Credo che mettere nelle condizioni una giovane coppia di avere figli, tanti figli, sia il fulcro del discorso. Lo Stato e, nel mio caso, la Regione Lazio devono garantire le basi socio-economiche affinché i giovani possano anche loro affrontare con maggiore serenità la magnifica esperienza di diventare genitori. Io genitore lo sono, quindi so cosa vuol dire. Allora dobbiamo sostenerli nel percorso di crescita del bambino e agevolarli, perché le prime necessità sono tra le più importanti nell’iniziare questo percorso».
Come aiuterete le famiglie numerose?
«Il governo nazionale, grazie al contributo fondamentale della Lega e dei suoi sottosegretari e ministri, ha adottato importanti misure in favore delle famiglie numerose: su tutte l’erogazione dell’assegno unico. Anche a livello regionale – e me ne farò carico – noi dobbiamo considerare un provvedimento che possa garantire un maggiore aiuto economico da far scattare alla nascita del quarto o quinto figlio, al fine di aiutare e sostenere famiglie particolarmente numerose, soprattutto in un periodo come quello che stiamo vivendo oggi, caratterizzato da una crescita smisurata dell’inflazione».
Cosa può fare l’amministrazione regionale per evitare la diffusione dell’ideologia gender a scuola e difendere la libertà educativa dei genitori?
«Chiaramente, io sono contrario alla diffusione nelle scuole dell’ideologia gender tra i nostri figli. Sarò certamente in prima linea a livello regionale per sensibilizzare, anche attraverso i canali istituzionali, tutti i nostri cittadini sulla pericolosità di queste tematiche. Insieme alla squadra di governo, inoltre, io farò portavoce di tutto il mondo contrario alla diffusione dell’ideologia gender e alla cosiddetta “carriera alias”, richiedendo al nostro ministro una posizione fermamente contraria, da diffondere tramite delle circolari destinate agli istituti scolastici di tutta Italia».
Qual è il vostro programma per la disabilità?
«Non posso che constatare amaramente come, con la pandemia del Covid-19, le disuguaglianze all’interno della nostra società siano aumentate esponenzialmente. Ad essere colpite maggiormente, però, sono state le categorie più fragili, tra cui anziani e disabili. La civiltà di una società è misurabile dal suo grado di inclusività e proprio per questo non possiamo permetterci che alcuni di noi rimangano indietro, a partire dai più giovani. Sarà necessario garantire a tutti il diritto allo studio, fornendo un adeguato sostegno attraverso insegnanti realmente specializzati, che possano far crescere la persona, coltivando le proprie individualità. In questo senso, secondo me, sono vitali anche tutte quelle strutture che curano la sfera ricreativa della persona, affinché questa sia ben integrata nel contesto circostante. Per la sfera privata, invece, è opportuno e importantissimo garantire assistenza domestica a coloro i quali ne hanno necessità».
Per concludere, cosa dovrà fare la nuova amministrazione regionale per le categorie più deboli, ovvero anziani e malati, specie nel fine vita?
«Per quanto riguarda le categorie fragili, come detto in precedenza, bisogna valorizzare le individualità di ciascuno, affinché il singolo possa liberamente realizzarsi nella sua unicità. Fare questo significa mettere l’individuo nella condizione di farlo e valorizzare la persona in quanto tale. È necessario che questo avvenga anche in un momento di estrema sofferenza. Sul fine vita, sostengo la necessità di alleviare la sofferenza quando questa sta avendo la meglio ma far morire una persona con pratiche come l’eutanasia è tutt’altra cosa ed è inaccettabile: io l’ho vissuto in prima persona, direttamente. La persona come origine e fine del governo: questa sarà la mia polare in Regione Lazio».