07/02/2023

Elezioni Lazio. De Lillo (FdI): «Vita valore inviolabile. Libertà educativa da garantire sempre»

Famiglia, vita e tutela della libertà educativa sono tra i punti fondamentali dell’impegno politico di Fabio De Lillo, candidato alle elezioni regionali del Lazio con Fratelli d'Italia e già Assessore all'Ambiente del Comune di Roma e Consigliere regionale. De Lillo è stato inoltre tra i candidati di questa tornata elettorale ad aver firmato il manifesto valoriale di Pro Vita & Famiglia sull'impegno a tutelare la vita, la famiglia e la libertà educativa. Pro Vita & Famiglia lo ha intervistato.

Fabio De Lillo, In Italia imperversa un drammatico declino demografico. Ritiene giusto, anche a livello regionale, dover tutelare socialmente la maternità e la paternità e proteggere la vita nascente dalle istanze pro-aborto?

«Ritengo che il valore della vita sia un principio sacro e inviolabile, patrimonio di tutti.  Una volta rientrato nella Regione Lazio, come prima iniziativa, proporrò l'istituzione della "giornata regionale per la vita" volta a  tutelare questo valore e a  rafforzare la sua difesa, dal concepimento alla fine. Il forte calo demografico in Italia è, forse, il principale problema sociale che sta causando pesantissime ripercussioni in ambito economico. Per questo motivo, dobbiamo attuare qualsiasi azione politica per aiutare  le donne a non dover ricorrere alla terribile pratica dell' aborto, anche garantendo il diritto di obiezione di coscienza a medici e personale sanitario presso i consultori».

L’altro fronte della tutela della Vita è quello legato all’eutanasia. Quali sono, secondo Lei, le priorità in tema di cura e rispetto della dignità umana, applicazione delle leggi palliative (legge 38/2010) e obiezione di coscienza per i medici e il personale medico?

«Dobbiamo contrastare, con forza, qualsiasi deriva eutanasica. Al contempo le strutture sanitarie regionali devono essere vicine agli anziani non autosufficienti, ai disabili più gravi, a tutti coloro che versano in condizioni critiche, dando loro disponibilità e dignità anche quando non c'è speranza di guarigione. Mio fratello Stefano, dai banchi del Senato, fu relatore della Legge 38.  Insieme a lui da sempre mi batto per i giusti finanziamenti a questo settore così delicato e importante. Finalmente, il Governo Meloni sembra averci ascoltato: deve essere sempre garantito al personale sanitario e alla struttura la libertà del diritto di  obiezione di coscienza».

Secondo lei cosa dovrebbero fare la Regione Lazio in tema di politiche familiari per favorire la formazione di nuove famiglie fondate sul matrimonio e, di pari passo, contrastare tutte quelle istanze contrarie al concetto stesso di famiglia come l’adozione per coppie dello stesso sesso o l’utero in affitto?

«La famiglia fondata sull'unione fra uomo e donna è il cardine imprescindibile della società, così come sancito dalla nostra Costituzione. E' nostro dovere assisterla nella sua possibilità di formazione,  sviluppo e capacità di avere e crescere figli. L'utero in affitto è un gravissimo reato: reputo inammissibile che si prendano come esempio ricchi e famosi personaggi che presentano come propri i figli avuti con la pratica dell'utero in affitto. Tutto questo mi fa pensare al grande dolore provato dalla mamma naturale a cui viene portato via il proprio bambino. Tutti i bambini hanno il diritto di avere una mamma e un papà e mi sorprende che nessuna femminista si erga a difesa di queste donne che subiscono un trauma così doloroso».

Uno dei diritti inviolabili delle famiglie è quello alla libertà educativa. Ritiene giusto contrastare qualsiasi forma di strumentalizzazione ideologica della scuola, in particolare per quanto riguardo la “propaganda gender”?

«Va ribadito il diritto di libertà educativa di tutte le famiglie. Tale principio non deve essere astratto bensì concreto per poter scegliere l'educazione da dare ai propri figli. A maggior ragione quando questo riguarda il tema dell'educazione sessuale, rispetto al quale riscontriamo strampalati e stravaganti tentativi ideologici di negare ciò che la natura ha creato».

Si è parlato, prima, di fine vita. Alcune istanze eutanasiche vorrebbero far rientrare in ciò perfino i più anziani, considerati come non più produttivi e utili alla società. Una vera e propria forma di “cultura dello scarto”. Come vanno, invece, tutelati e accompagnati i nostri anziani e cosa può fare la Regione in tal senso?

«Dobbiamo combattere con forza e decisione la cosiddetta "politica dello scarto", fornendo sostegno ed assistenza domiciliare alle famiglie gravate da anziani fragili e con malattie gravi non dimenticando, poi,  di offrire aiuti anche alle famiglie con patologie psichiatriche».

Infine, tra i drammi che mettono a repentaglio il sano sviluppo dei nostri giovani, ci sono le dipendenze. Dall’uso di sostanze stupefacenti fino all’ipersessualizzazione dei minori in Rete. Quali sono le politiche regionali da adottare per arginare queste dipendenze comportamentali?

«Voglio far notare che mentre la solita sinistra parla di legalizzazione delle droghe "light" , noi ribadiamo con forza la pericolosità di sostanze stupefacenti come la cannabis, che non sono assolutamente droghe leggere. I dati scientifici testimoniano che il 20 per cento degli utilizzatori di tali droghe diventa psicotico, schizofrenico e rimarrà tutta la vita a  carico della società.  Inoltre, il 30 per cento dei giovani subirà dei cali motivazionali che li porterà a lasciare lo studio e le attività sportive. Occorre promuovere modelli di aggregazione sani: penso in particolare che sia necessario sostenere gli oratori, i centri sportivi e le forme più genuine e formative di associazionismo,  come lo scoutismo, da opporre con determinazione alla politica e alla ideologia dei  centri sociali di sinistra».

 

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