Supportare le famiglie e i loro bisogni, a partire dai genitori e per finire ad anziani e naturalmente bambini. E’ il pensiero di Simone Foglio, candidato di Forza Italia alle elezioni regionali per il Lazio del prossimo 12 e 13 febbraio. Abbiamo raggiunto telefonicamente Foglio e affrontato con lui i temi cardine delle politiche pro vita: famiglia, demografia, gender, dipendenze.
Ci spiega il candidato: «La famiglia deve tornare ad essere al centro delle politiche sociali perché di fatto è al centro di tutto. Attorno ad essa ruotano la scuola, il welfare, il sistema sanitario ed educativo e così via. Ad oggi gli aiuti alle famiglie sono spesso trascurati in favore di attività e di iniziative, che nulla hanno con essa a che fare, vedi il gender, finanziate spesso con soldi pubblici. Bisogna recuperare le politiche demografiche e non solo: anche gli anziani sono patrimonio che va preservato. Proprio in questi giorni ho incontrato molti di loro che hanno molto da dare e vogliono dare ancora molto. Bisogna mettere le famiglie in condizione di aiutare e stare vicino ai loro cari, non far sì che questi vengano parcheggiati e dimenticati».
Foglio parla anche della scuola e dell’ideologia gender: «Io in generale non sono per gli estremismi: noi siamo per difendere la famiglia tradizionale. Poi è chiaro che nella vita privata ognuno fa quello che più vuole. Io personalmente non ho pregiudizi ma vorrei che prima di tutto venissero aiutate appunto le famiglie tradizionali».
L’educazione, dunque, è importante per veicolare i valori. E deve partire dalla famiglia per poi estendersi alle istituzioni: «Occorre che prima di tutto sia la famiglia a occuparsi della parte educativa dei bambini e dei ragazzi. Poi abbiamo le scuole e le strutture sportive che possono fare la loro parte per dire no al bullismo e alle violenze in generale oltre che combattere le dipendenze. Se pensiamo ad esempio alla droga, all’ ipersessualizzazione e alla pornografia, non possiamo però non pensare anche alle dipendenze da social con l’uso smodato dei telefonini. Le tentazioni che si nascondono dietro questi strumenti si possono e si devono combattere con l’educazione e con una vita sana e attiva. La Regione può e deve fare molto anche su questo».