«Senza figli non c'è futuro, non vi è domani». Daniele Giannini, candidato per la Lega alle elezioni prossime elezioni regionali del Lazio, non ha dubbi e lo fa trasparire chiaramente nell’intervista rilasciata a Pro Vita & Famiglia.
«Questo il concetto semplice, ma fortissimo e assolutamente attuale da cui siamo partiti per presentare, proprio a partire dal Lazio, una proposta di legge a favore della natalità. E lo abbiamo fatto simbolicamente l'ultimo giorno della legislatura. Una sfida di lungo respiro proprio per arrestare l’inverno demografico, che, per quanto mi riguarda, sarà il primo obiettivo da raggiungere al governo della Regione. Una sfida da cui cominciare per invertire la rotta è senz'altro quella sui consultori familiari. L'attività che svolgono nel Lazio è assolutamente insufficiente».
La Regione, secondo il candidato, «non eroga abbastanza fondi e non dà abbastanza attenzione a queste strutture, con il risultato che la diffusione delle sedi consultoriali nel nostro territorio è molto al di sotto della media nazionale, con una capacità attrattiva pari solo al 3,8% della popolazione, un dato molto inferiore alla media nazionale. Come primo passo per migliorare da subito il servizio dei Consultori, fondamentale risulterebbe essere l'implementazione della figura professionale delle ostetriche, ad oggi quanto mai carenti».
La tutela della vita, però, arriva fino all’età adulta. Un punto al quale Giannini tiene molto e spiega: «Sono fermamente convinto che per passare una buona vecchiaia sia necessario restare attivi. Promuovere una cultura a favore di un “Invecchiamento Attivo” comporta notevoli vantaggi per tutta la comunità a vari livelli, nonché esprime ed eleva principi etici e morali che si ispirano al diritto universale di vivere nella massima condizione potenziale di benessere (fisico, psichico, sociale). In Italia è invece possibile richiedere il suicidio medicalmente assistito, ossia l'aiuto indiretto a morire da parte di un medico. Credo che tutto ciò sia errato perché lo sforzo della medicina è quello di tentare sempre e in tutto e per tutto di salvare la vita, donare la vita, mai toglierla. Come Regione Lazio, se vinceremo queste prossime elezioni, faremo e farò di tutto per dare il massimo risalto alla cultura e al rispetto della vita».
In pericolo anche il concetto di famiglia che per il candidato leghista è un punto fondamentale da difendere e tutelare: «Bisogna impedire che si continui a dissacrare l'unione tra un uomo e una donna e che si continui a mettere la nascita di un figlio allo stesso livello dell'acquisto di un animale domestico in un pet shop di un centro commerciale. Più le famiglie si indeboliscono più la società rischia di sgretolarsi. Da parte mia il massimo impegno a indirizzare le politiche dei prossimi cinque anni del consiglio regionale e della giunta di centrodestra nel Lazio verso un ritorno all'origine, a quella che senza dubbi mi sento di definire normalità: il bambino nasce dal grembo di una mamma, dall'unione tra un uomo e una donna, che vanno poi a comporre la famiglia. Il matrimonio è il risultato finale e può funzionare meglio o peggio, ma il punto di partenza deve essere uno e uno soltanto».
Naturalmente il primo pensiero va ai bambini e alla tutela della loro crescita: «I bambini devono essere cresciuti, educati e guidati sotto questo aspetto da due uniche figure: i genitori, ossia la mamma e il papà, che hanno il pieno controllo sulle scelte educative dei più piccoli. Tutto il resto è pura propaganda ideologica che mira a formare una gioventù potenzialmente compromessa da dottrine verosimilmente deviate, nate ai piani alti di strutture lobbistiche ad oggi purtroppo sempre più potenti. Abbiamo visto cosa è accaduto a Bibbiano, quella sarebbe potuta essere l'anticamera di un futuro sistema che, invece, dobbiamo contrastare con tutte le forze».
La corretta crescita, per Giannini, passa poi da una vita sana: «Bisogna investire nello sport e nella vita all'aria aperta. Più gli adolescenti sono impegnati nelle attività motorie extrascolastiche, meno tempo hanno a disposizione per cedere ai pericoli rappresentati dalle dipendenze dalle sostanze e dagli schermi. Ne sanno qualcosa in Islanda dove il governo si è inventato un vero e proprio programma nazionale messo di fronte ai dati drammatici raccolti sul campo: nel 1997 il 25% dei ragazzi fumava ogni giorno, il 40% si era ubriacato almeno una volta nell’ultimo mese. Oggi, dopo meno di vent’anni, i teenager islandesi vengono considerati tra i più "salutisti" d’Europa: la percentuale di 15-16enni che abusa di alcol è crollata dal 48% al 5%, quella che fuma cannabis dal 17% al 7% e sigaretta dal 23% al 3%. Per quanto riguarda la sovraesposizione dei minori sul web mi sento di dire che incoraggiare desideri e comportamenti non appropriati all’età, penso possa creare un profondo senso di smarrimento nei giovanissimi che ancora non hanno pienamente formato la loro rappresentazione della realtà e il senso di se stessi e, insieme, sentimenti di frustrazione, per il fatto di sentirsi inadeguati rispetto ai modelli che i mezzi di comunicazione e i social propongono loro. Tra le ampie voci di spesa della sanità, la Regione deve farsi carico di portare avanti politiche atte al pieno recupero dell'infanzia e dell'adolescenza, una forma di contrasto fondamentale anche per combattere la pedofilia, che proprio nei soggetti più vulnerabili e smarriti, trova le sue prime potenziali vittime».