Sono imminenti le elezioni regionali in Liguria, dove i cittadini sono chiamati ad eleggere il Consiglio e il Presidente della Giunta nella tornata elettorale di domenica 27 e lunedì 28 ottobre. Tra i candidati che hanno sottoscritto il Manifesto di intenti valoriale di Pro Vita & Famiglia onlus Carla Bo, per Fratelli d’Italia a sostegno del candidato presidente Marco Bucci.
Nata a Lavagna, in provincia di Genova, nel 1968, è docente di scuola primaria a tempo indeterminato. Attualmente Consigliere Comunale proprio a Lavagna con deleghe a Pubblica Istruzione e Politiche della Famiglia, è anche vicepresidente del Consiglio Comunale e responsabile provinciale del Dipartimento Famiglia e Valori non negoziabili di FdI. E’ socia familiare dell’Associazione ANFFAS Onlus “Tigullio Est”; socia AgeSc Liguria, Age, Articolo26
I temi, i valori e i princìpi espressi nel Manifesto di Pro Vita & Famiglia sono da molti considerati divisivi e “politicamente scorretti”. Perché ha deciso di sottoscrivere il Manifesto e che ruolo hanno questi valori nella sua vita ed esperienza politica?
«Non mi spaventa la diffusa concezione che difendere ciò che è espresso nel Manifesto sia divisivo e “politicamente scorretto”. Trovo al contrario che ci si debba difendere da questa tendenza. Ho deciso di sottoscrivere convintamente il Manifesto proposto da Pro Vita & Famiglia perché da tempo ho scelto di affrontare l’esperienza politica proprio per sostenere e difendere temi, valori e principi espressi nel Manifesto. Ho aderito a Fratelli d’Italia perché ho trovato un luogo attento a questi valori e rispettoso del mio percorso di vita, culturale e lavorativo; nell’alveo del Partito, infatti, sono proprio questi i temi di cui mi interesso».
In che modo, nella sua passata esperienza personale, professionale o politica, lei ha già avuto modo di spendersi concretamente per i valori e princìpi espressi nel Manifesto?
«Nella mia esperienza personale ho prestato sempre molta attenzione alle tematiche relative alla priorità educativa dei genitori nell’educazione dei figli. Come docente, ho vigilato che i testi scelti per le adozioni fossero rispettosi dei principi valoriali che trovo adesso nel Manifesto, e che i miei alunni non fossero coinvolti in progetti lesivi della loro dignità personale. Come genitore, come rappresentante di classe e d’istituto, mi sono sempre impegnata a garantire la priorità educativa dei genitori nell’educazione dei figli, evitando la diffusione di progetti, anche relativi ad ambiti sanitari, che veicolavano informazioni non consone alla libertà educativa; ho cercato di diffondere il più possibile la cultura del consenso informato preventivo. Con un gruppo di amici, in alcune scuole del territorio, abbiamo organizzato incontri formativi per famiglie e docenti sul tema dei cosiddetti “ragazzi Hikikomori”, dipendenza da internet e isolamento sociale volontario. Politicamente, oltre all’impegno nel Dipartimento, ho aderito alle campagne del Partito contro l’utero in affitto e a sostegno della natalità, diffondendole anche tra amici. Per il mio Comune, ho inserito nel programma elettorale, approvato, l’adesione alla rete dei Comuni Family Friendly e l’adozione del Fattore Famiglia, oltre a piccoli progetti di aiuto alle mamme (Baby pit stop in locali protetti della città per l’allattamento, Kit di benvenuto per ogni nuovo nato, ampliamento dei posti negli asili nido e altri piccoli interventi a favore di natalità e famiglia)».
Scelga un punto del Manifesto sottoscritto che riterrebbe prioritario affrontare se eletto o rieletto e ci spieghi che cosa proporrebbe, concretamente, per dargli attuazione politica e legislativa.
«Mi interessa sicuramente il punto 6. Uno dei problemi che aggravano la situazione del disagio giovanile è l’utilizzo non consapevole e/o poco controllato delle tecnologie digitali; l’iper-digitalizzazione si sta rivelando un problema con molte sfaccettature più che una facilitazione alla comunicazione. La sovraesposizione dei più giovani a video, canzoni, contenuti che propongono l’iper-sessualizzazione come modello, l’omologazione di atteggiamenti, aspetti esteriori e comportamenti non rispettosi dell’unicità dell’individuo, la possibilità di aggredire verbalmente e/o fisicamente delle persone fragili riprendendole e facendo diventare “virali” dei video offensivi e violenti vanno sicuramente posta sotto attenzione. Vanno incrementati, maggiormente sostenuti finanziariamente e diffusi in modo mirato ed efficace tutti gli strumenti di informazione e formazione nelle scuole, nei consultori familiari, ma anche nelle amministrazioni pubbliche; occorre promuovere eventi ed esempi di utilizzo consapevole, appropriato e adatto ai minori; è necessario coinvolgere maggiormente le famiglie, spesso non sufficientemente edotte dei pericoli, attraverso corsi o convegni in qualche modo più strettamente legati ai percorsi scolastici dei figli o al servizi offerti dai Comuni. Sarebbero opportuni studi specifici e mirati a sostegno di proposte normative applicabili in modo semplice ed efficace, che sappiano rispondere rapidamente ai bisogni delle famiglie, come prevenzione e come accompagnamento in caso di difficoltà conclamate. Mi impegnerò certamente a costruire spazi digitali sicuri e a favorire l’accesso ai servizi di supporto a coloro che ne avessero la necessità».
Cosa pensa sia fondamentale fare, se verrà eletto, nei prossimi cinque anni, per dare attuazione alle politiche e ai princìpi espressi nel Manifesto?
«Mi impegnerò, come sto già facendo nel territorio comunale, ma ad un livello più alto e con la prospettiva di una maggiore capacità organizzativa, a promuovere politiche che valorizzino la famiglia naturale, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, come pilastro della società. Sarà mia cura privilegiare progetti e misure per incentivare la natalità, ampliando le proposte del governo centrale e offrendo agevolazioni alle giovani coppie, alle famiglie numerose, a chi vive con familiari in situazioni di disagio o disabilità; uno dei temi che più mi urgono è l’accesso facilitato alla casa e ai servizi per l’infanzia, così come ai servizi di trasporto, mobilità, accesso alle cure e alle terapie».
Oltre ai valori e princìpi espressi nel Manifesto sottoscritto, su quali specifiche sfide, misure e iniziative ritiene in assoluto più urgente concentrarsi in ambito locale?
«In Liguria i problemi maggiori ruotano intorno a pochi grandi temi, capaci di accentrare e intensificare i problemi e i disagi che normalmente affliggono i governi regionali. La sanità necessità di una sostanziale revisione, per una ridistribuzione più equa e ragionevole di fondi e personale; le infrastrutture, limitate, fragili o carenti, rendono il problema dei trasporti e della viabilità una continua emergenza; la carenza di lavori adeguatamente retribuiti o stabili rende difficile alle giovani coppie trovare una casa dove creare una famiglia; la carenza di strutture abitative disponibili sulla costa obbliga i meno abbienti a cercare soluzioni nell’entroterra, che è malamente attrezzato rispetto a servizi e viabilità; i problemi si accavallano e si attorcigliano, facendo diventare la denatalità un problema culturale prima ancora che economico, perché la sfiducia verso il futuro non permette alle giovani generazioni di essere propositive e creative. Credo che noi amministratori, politici, siamo davanti ad una sfida importante: possiamo affrontarla e cominciare a costruire il futuro solo con la consapevolezza che la dignità della persona è il punto di partenza, la valorizzazione e il sostegno della famiglia sono il cammino, la realizzazione piena dei principi costituzionali».