Spesso la donna nella sua vita si trova costretta a scegliere tra lavoro e maternità poiché la società di oggi non è in grado di supportare in modo concreto e reale le scelte di una mamma che contemporaneamente desidera impegnarsi nel mondo lavorativo. Oppure, al contrario, molte donne decidono di rinunciare alla maternità perché ciò significa (molto spesso) perdere il posto di lavoro o non venire assunte.
Silvia Scurati, esponente della Lega - e firmataria del nostro Manifesto Valoriale - è candidata alle prossime elezioni regionali in Lombardia ed è convinta dell’importanza di un percorso di vita complementare e spiega: «Personalmente sono stata promotrice della Risoluzione che introduce nuove misure di sostegno a favore della conciliazione famiglia/lavoro e della tutela della maternità. Supportarle nella loro vita quotidiana sia nell’ambito lavorativo sia in quello famigliare significa dare un futuro alla nostra società, tutelare il nostro sistema di welfare, la nostra cultura e le nostre radici. Il testo del documento prevede proposte concrete e specifiche, tra le quali: l’individuazione di azioni, misure e incentivi economici per le imprese che tutelano e favoriscono la maternità, tramite misure quali asili aziendali o orario flessibile, ma anche per le lavoratrici autonome; sostegni alle imprese che tutelano e favoriscono la maternità attraverso diversi strumenti, ad esempio asili aziendali, orario flessibile, assegni aziendali; l’istituzione di un Osservatorio contro la discriminazione della maternità che possa verificare il mancato rispetto dei diritti delle lavoratrici; il rifinanziamento dei progetti di conciliazione famiglia–lavoro già attivi. Un’attenzione particolare è rivolta alle neomamme con l’istituzione di una rete di assistenza per prevenire problemi legati alla depressione post partum o ad altre situazioni di fragilità».
Per Scurati indispensabile anche la libertà educativa dei genitori perché «i nostri figli non possono e non devono diventare i bersagli della propaganda della sinistra» così come devono avere «una mamma e papà, che sono i capisaldi della famiglia, e non un genitore 1 e genitore 2». Dunque per Scurati «no anche all’utero in affitto, con la donna che non può essere usata come oggetto e i bimbi come merce da vendere. In ogni caso – continua - sia le adozioni per coppie dello stesso sesso sia la maternità surrogata in Italia non sono consentite dalla legge e sono convinta che, fortunatamente, con l’attuale governo di centrodestra continuerà a essere così».
L’altro elemento prezioso della società restano gli anziani. Scurati spiega i progetti per questa fascia di persone: «Le politiche di Regione Lombardia a favore degli anziani riguardano anche lo sviluppo di interventi che consentono il buon mantenimento dello stato di benessere complessivo, per favorire il loro ruolo attivo nella comunità nonché contrastare la solitudine che può costituire per alcuni, non necessariamente in cattive condizioni di salute, una possibile "sofferenza" psicologica e relazionale. In tale prospettiva si colloca anche l’obiettivo di favorire l'incontro tra la domanda e l’offerta qualificata di servizi presso il loro domicilio, quali ad esempio le prestazioni erogate dalle assistenti familiari. Con la costituzione del Registro unico regionale degli Assistenti Familiari, supportato da una piattaforma digitale che metta in rete gli sportelli presenti sul territorio e la gestione dei diversi registri attivati dagli Ambiti dei Comuni, si vogliono promuovere le condizioni per assicurare alla persona anziana e alla sua famiglia una scelta adeguata».
La piaga delle dipendenze, poi, è un tema dal quale non si può più prescindere anche perché, rivela, in Lombardia la piaga delle droghe tocca persino i bambini al di sotto dei 10 anni: «La Regione Lombardia ha effettuato un’indagine conoscitiva dalla quale è emerso che la droga riguarda tutte le classi sociali e che la metà dei consumatori sono giovani di età compresa tra 16 e 24 anni. Il 45% ha tra 25 e 55 anni. C'è poi un 3% di giovanissimi di 14-15 anni e persino alcuni casi di bambini con meno di 10 anni. Sulla base di questo studio – annuncia - è stata approvata una nuova legge sul contrasto alle dipendenze, con l’introduzione di programmi di cura e riabilitazione e l’ampliamento della presa in carico non solo del paziente ma anche dei familiari. Occorre in ogni caso investire anche sulla prevenzione, con un lavoro di sensibilizzazione a partire dalle scuole sui rischi derivanti dall’assunzione di stupefacenti, e sulla certezza delle pene per gli spacciatori. Per quanto concerne, invece, l’ipersessualizzazione dei minori – conclude Scurati - altro fenomeno purtroppo in espansione a causa dell’uso smodato dei mezzi di comunicazione e dei social network, condivido i contenuti della petizione di Pro Vita & Famiglia per l’imposizione ai provider di servizi Internet l’installazione di un filtro preventivo che blocca in automatico i siti pornografici o comunque con contenuti non adatti ai minori».