Procede a pieno ritmo la campagna elettorale, in Puglia, in vista delle imminenti elezioni, previste per il 20 e il 21 settembre. Nella Regione, il centrodestra pugliese si ritrova unito sotto il nome di Raffaele Fitto. I candidati in competizione sono: l’attuale presidente Emiliano, Antonella Laricchia del Movimento 5stelle, Ivan Scalfarotto, sostenuto da Italia viva e altre liste, Mario Conca (Movimento Cittadini Pugliesi) Pierfranco Rubini (Movimento Fiamma Tricolore) Nicola Cesaria (Lavoro Ambiente e Costituzione) Andre D’Agosto (Riconquistare l’Italia). A sostegno di Raffaele Fitto sono scesi in campo, oltre a Fratelli d’Italia che l’ha presentato come candidato unico del centrodestra, anche la Lega, Nuovo Psi Udc, La Puglia Domani e Forza Italia. Tra i nomi dei candidati a consigliere, alcuni uscenti, tra cui Domenico Damascelli di Forza Italia, da diversi anni convinto sostenitore delle iniziative pro family svoltesi sul territorio regionale.
Quali sono le ragioni della Sua candidatura?
«Quelle di continuare sul percorso intrapreso innanzitutto. Abbiamo un centro-destra unito e coeso finalmente, dopo 15 anni, che ci può offrire un altro governo di Puglia. La nostra Regione, infatti, è stata dall’amministrazione uscente, distrutta dal punto di vista della sanità e dell’agricoltura. Un miliardo e seicento milioni di euro messi a disposizione dall’Unione Europea per sostenere il settore dell’agricoltura e ne sono stati utilizzati soltanto un terzo e la Puglia risulta l’ultima regione italiana per l’utilizzo dei fondi europei nell’agricoltura. Non solo, a fine 2019 è stata attivata dall’Unione Europea una procedura di de - finanziamento perché la Puglia ha dimostrato la sua incapacità di gestire i fondi trasferiti alla Regione. Questa procedura ha avuto una proroga ma solo causa covid. Bisogna smetterla con il taglio ai servizi sanitari essenziali, in Puglia, infatti, non sono garantiti nemmeno i servizi essenziali di assistenza. Infatti, qui da noi, se in un ambulatorio viene meno lo specialista, l’ambulatorio il giorno dopo viene chiuso e viene chiusa l’agenda di prenotazione, anziché farlo sostituire. Anche lo sviluppo economico non è stato adeguatamente curato. Noi abbiamo aziende importanti da sempre trascurate e non è stata pensata nemmeno una politica di attrazione di nuovi capitali sul territorio. Io ho presentato una legge nel 2017 che è diventata legge della Regione Puglia nel 2020 che stabilisce che tutte le aziende che si insediano in Puglia, nel 2020 e che vengono da altri territori o sono già presenti in Puglia e aprono una nuova unità produttiva, avranno per 5 anni l’esenzione totale dell’Irap. E’ una legge che ho pensato per far aumentare la possibilità dei posti di lavoro. La Puglia ha perso la sua autorevolezza anche a livello europeo e nazionale. L’idea di Raffaele Fitto di creare casa Puglia a Bruxelles è fondamentale perché oggi tanto passa attraverso i fondi europei. A proposito, la Puglia ha avuto anche gli FSC i fondi di sviluppo e coesione: 2 miliardi e 700 milioni a disposizione per le infrastrutture, di cui è stato utilizzato solo il 2,3%».
Che giudizio ha sull’attuale amministrazione, che voto le darebbe e perché?
«Sotto zero, perché non ha svolto nemmeno l’ordinaria amministrazione. Non ha saputo impiegare i fondi europei per l’agricoltura, che è qualcosa di estremamente semplice: bastava ricevere e distribuire i finanziamenti ma non l’ha fatto. Così come non l’ha fatto nella sanità. Dunque si tratta di un’amministrazione non in grado di portare avanti nemmeno l’ordinaria amministrazione»
Si è parlato e lottato in questi anni, con le associazioni familiari, per impedire l’approvazione della legge regionale contro l’omotransfobia in Puglia. Ora incombe un pericolo più grande, rappresentato, a livello nazionale, dal ddl Zan. Cosa ne pensa a riguardo?
«Io sono assolutamente contrario a questi disegni di legge, perché hanno una matrice assolutamente ideologica e faziosa. Ma né in Italia né in Puglia, è dimostrato statisticamente, c’è mai stato un problema di emarginazione verso chi vive una sessualità diversa. Approvare questi disegni di legge significa approvare una discriminazione al contrario. Faccio un esempio: il ddl regionale contro l’omotransfobia, in Puglia, prevedeva privilegi per gli omosessuali nel mondo del lavoro. In Puglia non c’è mai stata un’emergenza discriminazione. Allo stesso modo ritengo liberticida il ddl Zan: c’è addirittura una condanna penale per chi esprime pensieri diversi, sull’omosessualità».
In che modo propone di cambiare lo stato attuale delle cose?
«Bisogna dare le risposte concrete ai cittadini: chiediamo che si venga eseguito quello che loro stessi dicono di voler fare. In particolare riguardo il settore sanitario. Noi abbiamo una classe medica eccellente ma spesso i nostri medici non sono messi nelle condizioni di operare serenamente, perché hanno strumentazioni obsolete. Bisogna incentivare anche la creazione di nuove imprese per l’implementazione dei posti di lavoro, per non parlare poi del settore dell’agricoltura che è un settore fondamentale che va curato. In tutti questi campi vanno date risposte concrete. La Regione non è un comitato elettorale. Emiliano [il presidente uscente n.d.r] l’ha vissuta così in questi anni, per questo ha curato e controllato soltanto i centri di potere, per poter controllare l’elettorato. Ma i cittadini non hanno l’anello al naso e ora sono stanchi di questo tipo di governo».