Incentivi alla natalità e alle cure palliative, difesa della libertà educativa, riproposizione della Giornata della vita nascente. Nel programma elettorale di Fratelli d’Italia, numerosi punti coinvolgono la vita, la famiglia e la libertà educativa. Ne ha parlato con Pro Vita & Famiglia, Isabella Rauti, senatrice uscente del partito della Meloni, che, alle elezioni del 25 settembre, corre per un nuovo mandato al Senato, nella circoscrizione Lombardia U04.
Senatrice Rauti, l’Italia è il Paese europeo più coinvolto nella crisi demografica. In che modo, Lei e il suo gruppo parlamentare vi impegnerete nella tutela sociale della maternità e della paternità e nella protezione della vita nascente?
«La famiglia e la natalità sono al centro del programma di Fratelli d’Italia. La questione demografica deve diventare una priorità politica in Italia e nelle azioni dell’Unione Europea. Per favorire la natalità è necessario sostenerla; ad esempio, aumentando intanto gli importi dell’assegno unico universale per i figli in attesa di riformare l’ISEE ed i suoi parametri discriminatori. Mentre come obiettivo di legislatura puntiamo ad introdurre il quoziente familiare sul modello tedesco che considera il numero dei componenti del nucleo familiari ma anche i carichi familiari sociali ovvero le particolari condizioni di anziani o disabili a carico. Tra gli altri punti del nostro programma in favore della natalità anche la riduzione dell’IVA sui prodotti per l’infanzia e l’adolescenza, asili nido gratuiti, sostegni per aperture di asili nido aziendali e condominiali, nonché il prolungamento degli orari di apertura fino alla chiusura degli uffici e dei negozi.
A proposito della vita nascente, nella legislatura appena conclusa ho presentato, come altre forze politiche, una proposta di legge dal titolo Istituzione della Giornata della vita nascente, che il Parlamento non ha fatto in tempo a discutere e ma che vogliamo riproporre nella prossima legislatura. D’altronde, senza figli, senza la gioia di essere continuati, non c’è nessun futuro né di civiltà né di sistema pensionistico».
Un tema importante in un Paese demograficamente anziano come il nostro, è la tutela della terza età: qual è il vostro programma in questo ambito?
«Come Fratelli d’Italia crediamo che sia necessario garantire il diritto a una vecchiaia serena, per questo bisogna flessibilizzare l’uscita dal mondo del lavoro e facilitare l’accesso alla pensione, garantendo in questo modo il ricambio generazionale di cui l’Italia ha bisogno. Allo stesso tempo, crediamo sia giusto abolire l’adeguamento automatico dell’età pensionabile all’aspettativa di vita: non è possibile vedere persone anziane fare lavori pericolosi e fisicamente usuranti mettendo a rischio la loro salute e quella di chi lavora con loro. Bisogna anche aumentare le pensioni minime e sociali, e adeguare le altre al costo della vita, per restituire dignità alle persone che vivono in difficoltà».
Collegato al tema della salute degli anziani, è quello del fine vita (cure palliative, tutela dell’obiezione di coscienza per i medici, ecc.): a suo avviso, quali sono le priorità in questo campo?
«Bisogna investire seriamente sulle cure palliative. Per Fratelli d’Italia è fondamentale tutelare sempre il diritto alla vita e durante l’ultima legislatura ci siamo battuti contro la proposta di legge sul “fine vita”, l’eutanasia e il suicidio medicalmente assistito; intendiamo proseguire in questa direzione, ma allo stesso tempo bisogna elaborare nuove leggi per impedire che continuino a verificarsi casi di eutanasia che – sfruttando appunto i vuoti normativi – scavalcano il Codice Penale, la Corte Costituzionale e il Parlamento. Condanniamo, inoltre, la cosiddetta “cultura dello scarto”, una deriva ideologica che si sta affermando nel mondo occidentale, in cui paradossalmente l’unico diritto veramente tutelato diventa quello di morire e non quello di vivere».
Un ambito importante, in cui il suo partito ha posizioni nette è quello della libertà educativa: auspicate un Ministro dell’Istruzione che si batta contro l’ideologia gender e le “carriere alias”?
«Assolutamente sì. Ritengo che i bambini debbano andare a scuola per imparare e formarsi, non per essere indottrinati dall’ideologia gender o ricevere messaggi confusi in età delicate. Inoltre, bisogna rispettare la libertà educativa e il ruolo dei genitori. Durante questa legislatura ci siamo battuti molto su questi temi, denunciando i casi dei “registri gender free” che avrebbero consentito agli studenti di registrarsi non con il sesso di nascita, riportato nei documenti di identità ma con quello autopercepito. Il Ministro Bianchi con alcune circolari ha incentivato la diffusione dell’ideologia gender e delle carriere alias nelle scuole. Con un Ministro del centrodestra questo sicuramente non succederà».
Quando si parla di ideologia gender, inevitabilmente, si tocca il tema antropologico della famiglia naturale e dei modelli ideologici che ad essa si oppongono: omogenitorialità e utero in affitto. Se andrà al governo una maggioranza di centrodestra, che orientamento avrà a riguardo?
«La famiglia naturale è quella costituzionalmente riconosciuta ed è per noi un valore fondativo. Sull’utero in affitto e la surrogazione di maternità, bisogna ribadire che, malgrado in Italia siano vietati, prolificano come se nulla fosse i ricorsi a queste pratiche nonché la diffusione di pubblicità e di attività commerciale e addirittura iniziative fieristiche che favoriscono il “mercato dei bambini”. Vogliamo approvare al più presto la Proposta di Legge Meloni, presentata nel corso della scorsa legislatura, con la Modifica all’articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all’estero da cittadino italiano, che introduce il reato universale per la pratica dell’utero in affitto. Non è possibile che oggi alcune persone per lo più benestanti, per aggirare la legge, vadano all’estero a sfruttare il corpo delle donne in condizioni di povertà, per affittarne l’utero ed ottenere un bambino che sarà privato di tutti i suoi diritti primari come quello di conoscere la madre biologica, e poi tornino in Italia restando impuniti».
Poco prima dello scioglimento della legislatura era stato depositato un disegno di legge per la liberalizzazione della cannabis coltivata a domicilio: come si posiziona Fratelli d’Italia sui temi della droga e, in generale, delle dipendenze?
«La sinistra ha presentato questo disegno di legge e ha iniziato la sua battaglia ideologica sul tema in un momento in cui gli italiani e la nazione avevano altre urgenze e problemi più importanti. Fratelli d’Italia da sempre lotta contro la legalizzazione delle droghe, per farlo ed essere ancora più incisivi, vogliamo promuovere campagne di sensibilizzazione e di informazione sui danni prodotti dalle droghe, nonché combattere lo spaccio e chi lucra creando dipendenze. È importante, contestualmente, diffondere modelli educativi e stili di vita sani, basati sulle libertà e non sulle dipendenze».