Con 2742 voti ottenuti al primo turno, è tra i candidati in sospeso. Se a seguito del ballottaggio del 17-18 aprile, Enrico Michetti sarà il nuovo sindaco di Roma, Flavia Cerquoni (Lega) – come pure Maurizio Politi, che con lei corre in tandem – diventerà consigliere comunale. La Cerquoni, firmataria del manifesto per i principi non negoziabili di Pro Vita & Famiglia e dell’Associazione Family Day, è tornata a parlarci del suo programma elettorale che prevede, tra le altre cose, l’aiuto alle famiglie con figli disabili e la lotta alla droga.
Flavia Cerquoni, lei è tra i candidati ancora in bilico. Se al ballottaggio Enrico Michetti dovesse essere eletto sindaco di Roma, lei entrerà in Consiglio Comunale. Comunque andrà, è soddisfatta del risultato?
«Sono sicuramente soddisfatta, per quanto mi riguarda è un ottimo risultato e anche la coalizione di centrodestra è andata molto bene. Siamo avanti al primo turno e ora, al ballottaggio, contiamo non solo di riportare tutti i nostri elettori al voto ma anche di convincere gli indecisi».
Quali sono, a suo avviso, le principali differenze programmatiche tra i candidati sindaci Michetti e Gualtieri, in particolare in tema di politiche familiari?
«Gualtieri si è espresso a favore delle famiglie al plurale, quindi la sua visione mi pare abbastanza chiara. L’orientamento di Michetti, come pure dei candidati che lo appoggiano come me, è di tutt’altro segno. Il suo e il nostro sostegno alla libertà educativa, la contrarietà alla teoria del gender sono battaglie che ci hanno visto sempre in prima linea, così come l’essere favorevoli al crocifisso nelle aule o ad altre istituzioni come la Festa della Mamma o la Festa del Papà, che fino a poco tempo fa sembravano così scontate. Nei nostri programmi, abbiamo incluso anche politiche concrete di sostegno economico alle famiglie numerose e svantaggiate. Durante la pandemia, la famiglia è stato il pilastro fondamentale e l’associazionismo a sostegno delle famiglie in difficoltà è stato ciò che ha sorretto il “sistema-Roma”. Credo che le famiglie romane potranno apprezzare il fatto che, come candidato sindaco, Enrico Michetti ha le idee molto chiare, mentre dall’altra parte, su questi temi e non solo, abbiamo un candidato ondivago, come del resto tutti i rappresentanti del Partito Democratico».
Quale sarà il primo provvedimento che farebbe votare all’assemblea capitolina, nel caso in cui venisse eletta?
«Innanzitutto, occorrerà intervenire a livello comunale e municipale con dei fondi specifici per le famiglie. Il primo ambito in cui bisogna agire è quello scolastico: per i bambini con disabilità, andranno senz’altro aumentati le ore di presenza a scuola e il materiale didattico a disposizione. Il secondo ambito riguarda la casa. A Roma abbiamo moltissime famiglie in stato di estrema povertà, che non dispongono di alcuna casa popolare. Servirà dunque una task force che si possa occupare di alloggi popolari, elaborando un sistema d’accesso molto più chiaro e semplice rispetto a quello attuale. Un altro punto che mi sta a cuore sono i rapporti tra le istituzioni, le famiglie e le parrocchie. Queste relazioni sono fondamentali e vanno incoraggiate, in quanto le parrocchie sono dei presìdi importanti, da cui si comprendono meglio i bisogni delle realtà territoriali e una serie di problematiche che l’amministrazione spesso non riesce a cogliere. Nel VI Municipio, ad esempio, abbiamo recentemente approvato un protocollo d’intesa con alcune parrocchie per la consegna di borse di studio a studenti meritevoli. Ultimo ma non ultimo: l’impegno contro la droga. Partendo dal fatto che è sbagliato distinguere tra droghe leggere e droghe pesanti, il messaggio che le istituzioni dovrebbero dare è che tutte le droghe fanno male. Nelle periferie in particolare, l’amministrazione dovrà lanciare questo messaggio, offrendo ai ragazzi opportunità di lavoro e formazione, facendo loro capire che esiste un’alternativa allo spaccio e al consumo di droga».
C’è un ultimo appello che vuole fare ai votanti, prima del silenzio elettorale?
«Oggi le istituzioni devono ritrovare la fiducia dei cittadini ma il primo passo lo devono fare proprio i cittadini, scegliendo di recarsi alle urne il prossimo 17-18 ottobre. Non basta delegare, serve la partecipazione di tutti. Nel nostro caso, credo che Enrico Michetti e il centrodestra possano rappresentare la vera rinascita che Roma merita. Ripartendo dalle periferie e dalle situazioni più difficili, è possibile rilanciare Roma e riscoprire una città che sia Capitale non solo a livello istituzionale ma anche umano, rimettendo la persona al centro delle scelte amministrative. Per questo motivo, ritengo che tutti possiamo fare qualcosa, non solo andando a votare ma anche convincendo gli altri ad andare alle urne, barrando sulla scheda blu il nome di Enrico Michetti e portando in Campidoglio noi candidati consiglieri che auspichiamo tutte le azioni amministrative possibili a sostegno della famiglia».