Tra i candidati al Consiglio Comunale di Roma che hanno firmato il manifesto di Pro Vita & Famiglia, c’è Flavia Cerquoni. 34 anni, avvocato, sposata e mamma di un bimbo di nove mesi, la Cerquoni ha un’esperienza di due mandati da consigliere nel VII Municipio (2013-2016; 2016-2021), dove è stata vicepresidente della Commissione Scuola. Alle elezioni del 3-4 ottobre, Flavia Cerquoni si candida nelle file della Lega a sostegno di Enrico Michetti sindaco. Come spiegato dalla candidata a Pro Vita & Famiglia, nel suo programma, tra le priorità, ci sono le famiglie numerose o con figli disabili. Assieme al collega Maurizio Politi, Flavia Cerquoni è tra i candidati al consiglio capitolino che più si battono per la libertà educativa e che hanno sottoscritto il Manifesto valoriale promosso proprio da Pro Vita & Famiglia e dall'Associazione Family Day.
Avvocato Cerquoni, quali sono i punti del manifesto di Pro Vita & Famiglia che condivide di più?
«Innanzitutto, la posizione contro la teoria del gender. Tutta la nostra politica, a livello scolastico e in generale, è improntata soprattutto alla libertà di scelta educativa. È uno dei principi che abbiamo sempre portato avanti nella nostra azione a livello municipale e comunale. Libertà di scelta educativa significa dare alle famiglie l’effettiva possibilità di scegliere consapevolmente quale educazione dare ai propri figli. In questo ambito si inserisce la nostra battaglia nelle scuole contro la teoria del gender. Siamo venuti più volte a conoscenza di situazioni ai limiti dell’assurdo: ad esempio, a Roma vi sono scuole dove sono state proposte letture da parte di drag queen di favole dai contenuti molto ambigui, con bambini che si sentivano femmine, ecc. Altra nostra battaglia è per il mantenimento delle radici cristiane a scuola: il Natale, il presepe, il crocifisso nelle aule. Oggi purtroppo ci scontriamo con una realtà che ci costringe a ribadire l’ovvio. Per noi è naturale ribadire che i bambini nascono da una mamma e da un papà, quando invece nella scuola, purtroppo il pensiero unico vorrebbe far passare concetti e messaggi completamente diversi, sin dalla più tenera età».
Di cosa hanno più bisogno le famiglie romane?
«Da un punto di vista sociale, il sostegno alle famiglie lo riteniamo essenziale perché la famiglia è il nucleo fondamentale della società. Dare sostegno alle famiglie significa, tra le altre cose, agevolarle sulle graduatorie dei nidi, quindi dare effettivamente la possibilità a famiglie numerose di avere punteggi ancora più incentivanti rispetto a quelli attuali, anche a livello di assegni familiari. A noi, infatti, si sono rivolte tantissime famiglie numerose, che lamentavano un ritardo clamoroso nel rilascio degli assegni familiari. Questi, a grandi linee, sono i principali punti del nostro programma per la nostra città. Li abbiamo portati avanti dall’opposizione, speriamo di farlo al governo della città».
Quali sono invece, i provvedimenti dell’amministrazione uscente che ritenete vadano rimossi o superati?
«Sicuramente i progetti didattici legati all’ideologia gender di cui parlavo prima, in quanto completamente contrari ai nostri principi e valori. Serve un’attenzione molto precisa ai patti di corresponsabilità che i genitori vanno a firmare. Purtroppo, da vicepresidente della Commissione Scuola del VII Municipio, mi sono accorta di quanto, al contrario, molti genitori fossero inconsapevoli di quello che accadeva all’interno delle scuole dei loro figli. Se non li avessimo messi al corrente dell’indottrinamento che si praticava nelle aule, ne sarebbero rimasti ignari per sempre. Più dei numeri, più che dire: “tot bambini hanno questo problema”, ci interessa mettere al centro le problematiche dei territori. È molto drammatica, ad esempio, la situazione delle famiglie dei bambini con disabilità, che si scontrano quotidianamente con amministrazioni sorde rispetto alle loro necessità. La vita va tutelata in ogni momento e tutelare la vita significa anche prestare attenzione a queste realtà. Per quanto riguarda la disabilità e la scuola, l’idea è quella di creare un fondo cassa a cui le scuole possano attingere per ottenere strumenti didattici utili agli studenti disabili. L’amministrazione, da questo punto di vista, va ripensata mettendo al centro la persona e le sue necessità, evitando di aggravare situazioni che, in famiglia, sono già di per sé difficili da affrontare. Supportare le famiglie che decidono di difendere la vita è qualcosa di fondamentale e, riguardo a ciò, credo che l’amministrazione Raggi in questi cinque anni abbia purtroppo fatto molto poco. Rimettere al centro l’uomo e la persona, non emarginando nessuno: è questa la visione politica che vorrei portare in Campidoglio».