Edi Cicchi, nata a Perugia nel 1960. E’ candidata alla carica di consigliere regionale in Umbria per Noi Moderati e Civici per l’Umbria. Diplomata con maturità tecnica ha svolto la sua esperienza professionale in ambito sociale all’interno della cooperativa Nuova Dimensione dove ha ricoperto il ruolo di responsabile dell’area anziani e successivamente come direttore del personale. Ha ricoperto incarichi elettivi prima come vicepresidente e poi come presidente della cooperativa. Successivamente è divenuta amministratrice del Consorzio Auriga e nel 2013 è stata nominata Presidente dello stesso. Ha ricoperto l’incarico di membro del consiglio di presidenza Confcooperative Umbria e della commissione donne di Confcooperative nazionale. Successivamente ha ricoperto l’incarico di membro del comitato per l’imprenditoria femminile della Camera di Commercio di Perugia. Nel 2013 è stata nominata Vicedirettore dell’Ufficio Diocesano per i problemi sociali e il lavoro. Dal 2014 è stata chiamata dall’allora sindaco Romizi, a Perugia, ricoprendo l’incarico di Assessore con delega ai servizi sociali, famiglia, pari opportunità, edilizia residenziale sociale. E’ presidente della Consulta Welfare di Anci regionale e Presidente della Commissione Welfare di Anci Nazionale.
I temi, i valori e i princìpi espressi nel Manifesto di Pro Vita G Famiglia sono da molti considerati divisivi e “politicamente scorretti”. Perché ha deciso di sottoscrivere il Manifesto e che ruolo hanno questi valori nella sua vita ed esperienza politica?
«Ho deciso di sottoscrivere il manifesto perché credo profondamente nei valori della famiglia, nella vita nascente e nella cura degli anziani, che rappresentano il patrimonio delle nostre famiglie. Credo che la nostra società abbia bisogno di riscoprire i valori fondanti della nostra comunità, basata su un patto tra le generazioni che nasce all'interno della famiglia».
In che modo, nella sua passata esperienza personale, professionale o politica, lei ha già avuto modo di spendersi concretamente per i valori e princìpi espressi nel Manifesto?
«Come comune di Perugia, siamo stati il primo comune, nel 2018, a elaborare un piano per le politiche familiari e a conseguire la certificazione di "Comune Amico della Famiglia", consentendo ad altri diciotto comuni umbri di orientare le proprie politiche sul tema della famiglia. Siamo stati anche il primo comune a costituire un Centro per la Famiglia, dove le persone, insieme alle associazioni, possono trovare uno spazio di socialità, aggregazione e sostegno nell'educazione dei figli»
Scelga un punto del Manifesto sottoscritto che riterrebbe prioritario affrontare se eletto o rieletto e ci spieghi che cosa proporrebbe, concretamente, per dargli attuazione politica e legislativa.
«Sono tutti i punti che mi interessano ma in particolare il primo e il secondo e il terzo perché come ho detto prima credo profondamente che la famiglia sia il perno della società dalla quale non si può prescindere e perciò va considerata come un elemento imprescindibile della società. Considero la famiglia non solo come un soggetto da salvaguardare, ma come una componente fondamentale di tutte le politiche urbanistiche, sociali, economiche e infrastrutturali della nostra regione. Pertanto, la famiglia dovrà essere considerata un tema trasversale, che attraversa e influenza tutte le altre tematiche».
Lei ha già svolto la carica per cui si sta oggi ricandidando? Ǫuali azioni concrete lei o il suo gruppo avete messo in campo negli ultimi cinque anni della legislatura uscente?
«Mi impegnerò affinché i giovani possano ritrovare la possibilità di mettere su famiglia, promuovendo politiche di sviluppo economico per il lavoro, e incentivando il rilancio dell'edilizia convenzionata. In particolare, sosterrò progetti di cohousing intergenerazionali, che non solo favoriscano la convivenza tra diverse generazioni, ma contribuiscano anche al recupero e alla rivitalizzazione dei borghi storici. L'obiettivo è favorire la presenza di giovani famiglie, creando una rete di solidarietà tra le generazioni e dando nuova vita ai centri storici, rendendoli luoghi di incontro, crescita e sviluppo per tutte le età».