Federica Montagnoli, classe 1972, docente di scuola secondaria, è candidata alla carica di consigliere regionale in Umbria per la Lega. Assessore alla cultura, scuola, turismo, comunicazione, associazioni di volontariato al secondo mandato presso il Comune di San Gemini (TR), è da anni impegnata nel volontariato presso la parrocchia di San Gemini e collabora con un gruppo di aiuto a famiglie e persone in difficoltà.
I temi, i valori e i princìpi espressi nel Manifesto di Pro Vita & Famiglia sono da molti considerati divisivi e “politicamente scorretti”. Perché ha deciso di sottoscrivere il Manifesto e che ruolo hanno questi valori nella sua vita ed esperienza politica?
«Ho deciso di sottoscrivere questo manifesto ed in passato ho firmato altre petizioni di Pro Vita e Famiglia, perché da mamma e moglie credo che la famiglia sia il nucleo fondante della nostra società, perché credo da cristiana praticante che la vita sia da difendere dal momento del concepimento alla morte naturale, perché ritengo che la pratica dell’utero in affitto rappresenti uno sfruttamento del corpo della donna con conseguenza psicologiche gravi anche sul nascituro, perché da docente sono convinta che il nostro compito sia di offrire alle nuove generazioni, non solo un’educazione di qualità, ma anche trasmettere principi e valori sani senza ingenerare in loro confusione di qualsiasi sorta».
In che modo, nella sua passata esperienza personale, professionale o politica, lei ha già avuto modo di spendersi concretamente per i valori e princìpi espressi nel Manifesto?
«Come assessore, insieme all’amministrazione, mi sono spesa perché venisse approvato un regolamento per la concessione del patrocinio solo ad eventi e manifestazioni che avessero caratteristica di valorizzazione del nostro comune nel rispetto del buon costume, perché le tariffe di mensa e trasporto scolastico fossero mantenute basse, dando degli sconti per il secondo figlio e la gratuità dal terzo in poi, perché si favorissero iniziative in biblioteca per far svolgere ai bambini attività che li occupassero nel pomeriggio, perché le famiglie in difficoltà fossero sostenute nelle loro spese, perché si svolgessero nelle scuole iniziative di educazione alla cittadinanza».
Scelga un punto del Manifesto sottoscritto che riterrebbe prioritario affrontare se eletto o rieletto e ci spieghi che cosa proporrebbe, concretamente, per dargli attuazione politica e legislativa.
«Promuovere la libertà educativa dei genitori. Da docente mi sono spesa affinché il collegio docenti non approvasse iniziative di educazione “gender” rivolte agli alunni perché le ritenevo contro i miei principi morali e contro la mia etica professionale. Abbiamo un compito ben definito che la normativa nazionale ci affida, che è quello di insegnare la materia, l’educazione civica, la tolleranza ed il rispetto, in un patto di corresponsabilità con i genitori. Se dovessi, da eletta, occuparmi di scuola rafforzerei l’idea di rispettare il ruolo dei genitori nelle scelte educative dei propri figli, pur nell’ambito della libertà di insegnamento del docente e dell’autonomia scolastica.
Cosa pensa sia fondamentale fare, se verrà eletto, nei prossimi cinque anni, per dare attuazione alle politiche e ai princìpi espressi nel Manifesto?
«Occorre continuare a sostenere le famiglie non solo dando fondi ma offrendo servizi adeguati, sostegno alle mamme lavoratrice, supporto alle neo mamme, in particolare le più fragili».
Oltre ai valori e princìpi espressi nel Manifesto sottoscritto, su quali specifiche sfide, misure e iniziative ritiene in assoluto più urgente concentrarsi in ambito locale?
«Occorre attivarsi affinché i nostri ragazzi, sempre più concentrati in un mondo virtuale e sempre più isolati e senza punti di riferimento, trovino supporto, momenti di aggregazione sani, iniziative che consentano loro di confrontarsi e trovare soluzione al disagio che molti di loro stanno vivendo».