Francesca Peppucci nata a Todi nel 1993, laureata in Economia aziendale presso l’Università degli Studi di Perugia, è candidata a consigliere regionale dell’Umbria per Forza Italia. Nella sua esperienza politica ha ricoperto diversi incarichi istituzionali: dal 2017 al 2022 Consigliere comunale nel Comune di Todi, dove ha ricoperto il ruolo di capogruppo; dal 2019 al 2023 Consigliere regionale della Regione Umbria. Componente della II Commissione consiliare (attività economiche e governo del territorio) e III Commissione consiliare (sanità e servizi sociali); E' stata nella scorsa legislatura Parlamentare europea. Componente della Commissione ENVI (ambiente, sanità, sicurezza alimentare). Componente dell’intergruppo per le disabilità al Parlamento europeo. Componente della Delegazione all'Assemblea parlamentare Africa-UE.
I temi, i valori e i princìpi espressi nel Manifesto di Pro Vita & Famiglia sono da molti considerati divisivi e “politicamente scorretti”. Perché ha deciso di sottoscrivere il Manifesto e che ruolo hanno questi valori nella sua vita ed esperienza politica?
«Viviamo in un mondo dove quello che dovrebbe essere naturale è diventato anormale e quando si portano avanti principi che mettono al centro la famiglia e la vita si viene accusati di avere una mentalità “antica”. Credo che di fronte all’evoluzione della società, dei stili di vita e del modo di affrontare le situazioni, ci sono questioni che non possono mai essere messe in discussione e che rappresentano i capisaldi che permettono di crescere in maniera forte e credibile: la famiglia e la vita. Sarò accusata di essere retrogada? Me ne farò una ragione».
In che modo, nella sua passata esperienza personale, professionale o politica, lei ha già avuto modo di spendersi concretamente per i valori e princìpi espressi nel Manifesto?
«Sono sempre stata attenta alle politiche sociali che mettono al centro la persona. Pertanto ho presentato e sottoscritto la Legge regionale sulla Famiglia, oggi in vigore in Regione Umbria. A tutela dei diritti di chi vive una condizione con disabilità e delle loro famiglie, sono stata promotrice della legge regionale oggi in vigore, che ha previsto l’Istituzione dei diritti delle persone con Disabilità. Firmataria di diversi atti regionali, tra cui l’opposizione alla proposta di legge sulla omotransfobia, a firma zan – scalfarotto. In Parlamento europeo, a fronte di numerosi emendamenti presentati da alcuni partiti politici, ho sempre votato contro alle proposte ritenute contrarie alla vita e alla dignità della persona come quella del riconoscimento dell’aborto come “diritto fondamentale”, pratiche di utero in affitto. Un impegno già assunto in Consiglio comunale quando appena eletta, ho presentato ed approvato la mozione relativa alla tutela della famiglia naturale».
Scelga un punto del Manifesto sottoscritto che riterrebbe prioritario affrontare se eletto o rieletto e ci spieghi che cosa proporrebbe, concretamente, per dargli attuazione politica e legislativa.
«E’ difficile scegliere un punto quando tutti sono fondamentali! Sicuramente il contrasto all’utero in affitto è una priorità perché è una pratica inumana, dove il corpo di una donna si limita ad essere una scatola vuota, utile solo alla gestazione privando di ogni minimo sentimento tale momento (alla faccia dei diritti delle donne!). Ma anche e soprattutto perché si apre ad una compravendita di bambini, su questo ogni parola è superflua. Il livello più basso di umanità. Per tale motivo assume anche un ruolo fondamentale la difesa della vita dal concepimento fino alla morte. Torniamo alle persone».
Lei ha già svolto la carica per cui si sta oggi ricandidando. Quali azioni concrete lei o il suo gruppo avete messo in campo negli ultimi cinque anni della legislatura uscente?
«Sicuramente ha un ruolo centrale la Legge regionale sulla famiglia, l’appoggio a tutte le politiche familiari messe in campo dalla Giunta regionale, dai bonus nuovi nati, bonus neo mamme. Ma nella domanda precedente ho già avuto modo di mettere in evidenza le iniziative».
Cosa pensa sia fondamentale fare, se verrà eletto, nei prossimi cinque anni, per dare attuazione alle politiche e ai princìpi espressi nel Manifesto?
«Lavorare con atti e leggi regionali. Per quanto di non direttamente di competenza regionale intendo farmi portavoce con il Parlamento europeo e con il Parlamento nazionale nel sollecitare interventi giusti che il territorio richiedere. Cercare di adottare provvedimenti regionali che possano avere ricadute dirette sui singoli comuni, anche i più piccoli, così da non lasciare indietro nessun territorio».
Oltre ai valori e princìpi espressi nel Manifesto sottoscritto, su quali specifiche sfide, misure e iniziative ritiene in assoluto più urgente concentrarsi in ambito locale?
«Credo che sia necessario agire sul lavoro, rafforzando la linea che collega il mondo dell’istruzione a quello delle imprese. Se una persona lavora, significa che è rispettata la sua libertà e la sua dignità. Pertanto è necessario garantire la libertà di scelta nel poter vivere, lavorare e fare famiglia in Umbria. Un obiettivo che può essere raggiunto tramite un costante contatto e dialogo con le imprese e le categorie».