Matteo Giambartolomei è candidato alla carica di consigliere regionale in Umbria per Fratelli d'Italia. Sposato con Alessia, ha tre figli. Fondatore e Vice Coordinatore dell’associazione “Difesa Legittima Sicura” per l’assistenza psicologica e legale alle donne vittime di violenze. Eletto consigliere al Comune di Perugia alle recenti amministrative. È stato Amministratore Unico della Umbraflor – Azienda Vivaistica Regione Umbria. Da due anni è consulente giuridico presso la presidenza della 10ª Commissione permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale) in Senato.
I temi, i valori e i princìpi espressi nel Manifesto di Pro Vita e Famiglia sono da molti considerati divisivi e “politicamente scorretti”. Perché ha deciso di sottoscrivere il Manifesto e che ruolo hanno questi valori nella sua vita ed esperienza politica?
«Ho improntato la mia vita personale, familiare e professionale al rispetto della vita umana, della famiglia e dell’attenzione all’educazione, non vedo come questi elementi fondanti della persona possano essere divisivi. Il buon senso ci spinge ad avere a cuore questi valori. La divisione può nascere semmai nelle scelte su come difenderli e qui si apre infatti il fronte dell’impegno politico».
In che modo, nella sua passata esperienza personale, professionale o politica, lei ha già avuto modo di spendersi concretamente per i valori e princìpi espressi nel Manifesto?
«Nella mia esperienza di avvocato, come in quella di amministratore dell’azienda partecipata Umbraflor, ho sempre improntato la mia azione al dare valore ai rapporti umani. Chi mi conosce sa che per me l’attenzione alla persona è un fattore determinante e laddove si evidenzia un bisogno metto ancora più energia per portare a casa il risultato. Il benessere colletivo si raggiunge se ciascuno si sente valorizzato. Da due anni ho un incarico come consulente giuridico presso la presidenza della 10ª Commissione permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale) in Senato. È un incarico che mi ha consentito di toccare con mano la complessità dei problemi legati alla lotta alla denatalità, al fine vita, al sostegno alle donne madri lavoratrici,ai care-giver e alle famiglie con fragilità, al sostegno alle famiglie numerose. Sono molte le sfide a livello nazionale, ora spero di poterle affrontare a livello regionale».
Scelga un punto del Manifesto sottoscritto che riterrebbe prioritario affrontare se eletto o rieletto e ci spieghi che cosa proporrebbe, concretamente, per dargli attuazione politica e legislativa.
«La difesa della vita nei momenti di maggior fragilità credo sia un ambito di azione qualificante di una società civile. Sostenere le persone malate e sofferenti attraverso un adeguato sistema di cure e una rete sanitaria, anche territoriale, efficiente è una priorità che intendo perseguire, se avrò l’opportunità di entrare in Consiglio Regionale».
Lei ha già svolto la carica per cui si sta oggi ricandidando. Ǫuali azioni concrete lei o il suo gruppo avete messo in campo negli ultimi cinque anni della legislatura uscente?
«Sarebbe per me il primo mandato, ma riconosco all’amministrazione uscente di aver già compiuto grandi sforzi per migliorare i servizi ai cittadini, anche in ambito sanitario, che è quello che mi interessa maggiormente, malgrado le false accuse che vengono mosse dagli avversari politici, che infatti non suffragano i loro proclami con dati concreti. Abbiamo affrontato due anni di emergenza Covid rispondendo egregiamente, malgrado partissimo da un dissestro infrastrutturale e finanziario ereditato dai governi di centro-sinistra; la Regione ha dato forza al sistema sanitario regionale sostituendo i tanti facenti funzioni in posizioni apicali con personale stabile; ha provveduto a realizzare l’elisoccorso, ha tolto ai privati servizi inefficienti per farne punti di eccellenza pubblici, solo per citare alcune azioni. Sono sicuro che se il centro-destra avrà l’opportunità di governare ancora farà crescere l’Umbria in termini di sviluppo e qualità della vita, sempre improntando la propria azione al rispetto della vita e della persona».
Cosa pensa sia fondamentale fare, se verrà eletto, nei prossimi cinque anni, per dare attuazione alle politiche e ai princìpi espressi nel Manifesto?
«Credo che si dovrà lavorare a stretto contatto con la società civile, comprendere i reali bisogni dei cittadini e ragionare sulle risposte possibili in termini di interventi sul territorio. La nuova legge sulla famiglia, ad esempio, con lo stanziamento strutturale di 30 milioni, offre già dei punti di intervento qualificanti».
Oltre ai valori e princìpi espressi nel Manifesto sottoscritto, su quali specifiche sfide, misure e iniziative ritiene in assoluto più urgente concentrarsi in ambito locale?
«A mio avviso la sanità resta il punto nodale su cui intervenire per migliorare la qualità della vita dei cittadini, perché tutti noi abbiamo a cuore la nostra salute e quella dei nostri cari quale bene primario. La Regione ha fatto tanto, tenuto conto dei fattori contingenti, ma si deve proseguire su questa strada facendo ancora di più. La tutela della vita dal suo concepimento alla morte naturale è un faro che deve orientare le politiche regionali. Il sostegno alle famiglie deve essere reso fattivo attraverso interventi e investimenti economici, le scelte su dove orientare la spesa pubblica sono il fattore che identifica una linea politica, se si ha a cuore un obiettivo, ci si mettono anche i soldi. Siccome l’Umbria è una delle regioni con la minor natalità, dobbiamo provvedere a sostenere le nascite e la permanenza nella nostra terra delle giovani famiglie. Su questi fronti intendo spendermi, se avrò la fiducia degli elettori».