In Veneto urne aperte il 20 e il 21 settembre. Grande favorito il governatore uscente Luca Zaia che punta al terzo mandato consecutivo, con l’appoggio di 5 liste: tre della galassia leghista: Lega, Zaia Presidente e Veneta Autonomia più quelle degli alleati Fratelli d'Italia e Forza Italia. Tra i candidati l’assessore uscente Elena Donazzan, da 15 anni nella giunta regionale veneta. Nel 2010 è stata riconfermata da Luca Zaia, come assessore all’Istruzione, Formazione, Lavoro e dal 2014 anche Trasporti. In seguito, è stata messa a capo anche delle Pari Opportunità. Politicamente ha un passato in An, poi abbandonata a favore di Forza Italia per approdare, a giugno 2019, in Fratelli d’Italia.
A lei che in un recente passato si è distinta per una chiara presa di posizione contro l’introduzione dei farmaci bloccanti della pubertà in Veneto e per il suo incondizionato appoggio al Congresso mondiale delle famiglie di Verona, noi di Pro Vita & Famiglia le abbiamo rivolto alcune domande
Quali sono i principali punti del suo programma per il Consiglio Regionale del Veneto?
«Ritengo prioritario lavorare per la serenità della famiglia, pilastro della società, senza la quale né i princìpi, né le azioni politiche hanno un senso. Serenità nell’educazione e nel lavoro: in questi anni ho declinato le deleghe di istruzione, formazione e lavoro rivolgendole in termini di prospettiva alla vita e alla famiglia. Il tema della denatalità che colpisce l’Italia è anche un problema finanziario, ma è soprattutto un problema culturale legato alla mancanza di speranza nel futuro. Anche con le politiche regionali si può fare molto in questa direzione».
Lei si è distinta anche per aver sostenuto una mozione in seno al Consiglio Regionale per chiedere il no ai farmaci che bloccano la pubertà. Quali altri impegni pro-life e pro-family avete portato avanti in questi anni, in Regione?
«Ho favorito e difeso il ruolo delle Associazioni per la vita e per la famiglia, nelle scuole e nell’ambito sanitario. Ho impedito che fossero veicolati strumenti di propaganda contro la vita e la natura dell’uomo nelle scuole e tra i più piccoli. Ho scritto e fatto approvare un emendamento che impone oggi al Veneto di prevedere aree di sepoltura per i bimbi mai nati, ed ho sostenuto finanziariamente la libertà educativa e le famiglie numerose. Infine, ho costituito un Tavolo per la famiglia, ovvero un momento di confronto per tutti i provvedimenti che direttamente o indirettamente riguardassero la famiglia».
A proposito di “famiglia”, ultimamente incombe un pericolo non piccolo sulle nostre teste, il ddl Zan, cosa pensa di questo disegno di legge?
«Penso il peggio: ho protestato nelle piazze - in modo ovviamente composto e pacifico - contro questa legge violenta e liberticida. È puro lavaggio del cervello: è una nuova dittatura, più subdola di tutte quelle che la storia ci ha rappresentato, perché isola e colpisce chiunque esprima un pensiero connaturato alla realtà della bellezza della natura dell’uomo e della donna, della stessa vita».