In Veneto urne aperte il 20 e il 21 settembre. Grande favorito il governatore uscente Luca Zaia che punta al terzo mandato consecutivo, con l’appoggio di 5 liste: tre della galassia leghista: Lega, Zaia Presidente e Veneta Autonomia più quelle degli alleati Fratelli d'Italia e Forza Italia. Tra i candidati della Lega Nord, il Capogruppo Nicola Finco, che già alle elezioni regionali del 31 maggio 2010, candidatosi con la Lista Zaia Presidente, risultò il più votato in tutto il Veneto con 6.692 preferenze. Qualche anno fa non esitò ad esprimere con estrema chiarezza, le sue posizioni in merito al concetto di “famiglia” scagliandosi contro i consiglieri di “Bassano per Tutti” contrari alla “Festa della Famiglia Naturale” istituita dalla Regione: “In che mani sei finita o mia bella città? Siamo alla follia” aveva twittato il consigliere. A lui abbiamo rivolto alcune domande
Come nasce il suo impegno politico?
«Anche se sono giovane (ho 37 anni) il mio impegno politico nasce ben vent’anni fa. Mi sono avvicinato per passione alla Lega nord, nel 2009 sono stato eletto consigliere comunale a Bassano del Grappa, nel 2010, a soli 26 anni, consigliere regionale, riconfermato nel 2015 sempre consigliere regionale, ho rivestito gli incarichi di presidente della commissione ambiente e lavori civili, mentre nell’ultimo mandato, ho fatto il capogruppo di maggioranza. Una passione che dura da anni».
Parliamo un attimo dell’attuale amministrazione?
«Ovviamente ne ho un giudizio assolutamente positivo, efficientissima sotto ogni aspetto, da quello economico a quello sanitario. Penso che il Veneto abbia dimostrato di essere una regione con le carte in regola sia per la buona amministrazione ma anche per la gestione e di meritarsi una maggiore autonomia»
Parliamo di valori non negoziabili: ultimamente incombe un pericolo non piccolo sulle nostre teste, il ddl Zan, cosa pensa di questo disegno di legge?
«La ritengo una follia: ognuno per carità, nella propria vita privata può decidere di fare quello che vuole ma queste imposizioni stanno a significare che si vuole dare veramente un messaggio di un mondo completamente diverso rispetto alla normalità. Nessuna discriminazione ma nessuno imponga neanche il proprio stile di vita come “normale” quando non lo è».
Se venisse rieletto, quale sarebbe il suo apporto personale sul territorio?
«Il mio contributo, soprattutto in un momento di crisi di valori e di identità, consisterebbe nell’investire sulla famiglia. Dal primo giorno di vita del bambino fino all’ultimo della persona anziana o malata o disabile. Pensiamo alle disabilità gravi che spesso mettono a dura prova quel pilastro della società che è la famiglia. Per questo ritengo fondamentale ed opportuno che il primo grande investimento da fare su questa nostra società sia sulla natalità e i servizi alla famiglia».