17/09/2020 di Luca Marcolivio

Elezioni Veneto. Grassi (Lega): «Edilizia a misura di smartworking, per favorire le famiglie»

Un Veneto a misura di vita e di famiglia non potrà che avere la sua “stella polare” in Verona. Nel Comune che, nel 2018, si è autoproclamato “Città a favore della Vita” e che, l’anno successivo, ha ospitato l’XI Congresso Mondiale delle Famiglie, figura tra i consiglieri Anna Grassi. 29 anni, architetto e impiegata in un’impresa edile, eletta alle Comunali del 2017, che hanno inaugurato il mandato da sindaco di Federico Sboarina, la Grassi è capogruppo della Lega in consiglio comunale, dove ricopre anche l’incarico di vicepresidente della Commissione Urbanistica. Cresciuta nel movimento giovanile della Lega, svolge inoltre attività di coordinamento tra il Comune e i gruppi consiliari della Lega nelle circoscrizioni veronesi. Nel gruppo consiliare in Comune, il suo punto di riferimento è sempre stato Alberto Zelger: «Con lui collaboro strettamente, abbiamo portato avanti insieme molte battaglie, che spesso hanno richiesto mesi prima di portare a un risultato concreto ma ne è sempre valso la pena», spiega Anna Grassi a Pro Vita & Famiglia, in occasione della sua candidatura al Consiglio Regionale del Veneto, a sostegno di Luca Zaia presidente, alle elezioni del 20 e 21 settembre prossimi.

 

Anna Grassi, grazie anche al suo voto, Verona si è autoproclamata “Città a favore della Vita”: un punto di partenza per una nuova mentalità pro life?

«Votare la mozione 434, che ha portato la vita ma anche la famiglia al centro dell’azione politica, è stato un grande motivo di orgoglio. Con questa mozione abbiamo fatto da apripista per numerosi altri comuni italiani. È stata un’ondata di energia positiva e propositiva rispetto a temi che la politica, di solito, lascia un po’ da parte, forse nel timore di perdere voti. Grazie a questi provvedimenti, invece, molti cittadini hanno ritrovato il coraggio di trattare temi etici, che, comunque, sono anche temi profondamente legati al nostro quotidiano. È stato positivo per molti giovani – ma anche meno giovani – che, in quanto pro life, in precedenza consideravano se stessi delle mosche bianche. La proclamazione di Verona “Città a favore della Vita” ha procurato molte critiche ai consiglieri che hanno votato quella mozione, tuttavia loro stessi hanno ricevuto anche molti messaggi di stima e sostegno. È stato proprio grazie alla mia attività politica che ho potuto io stessa aprire gli occhi a trecentosessanta gradi sui temi della vita e della famiglia e sposarne le cause con più convinzione».

Quali altri impegni pro life e pro family avete portato avanti in questi anni in Consiglio Comunale? Troveranno spazio anche in Regione?

«Abbiamo attivato fondi per il Progetto Gemma e abbiamo anche stanziato 50mila euro per il bonus mamme. La Regione Veneto preferisce non tassare i cittadini: quando hai delle addizionali molto più basse che nelle altre regioni, è facile che un’amministrazione possa essere criticata per non fare certe scelte ma, nel nostro caso, si opta per lasciare i soldi nelle tasche dei veneti, affinché loro stessi decidano come e dove spenderli. Anche l’emergenza Covid l’ha dimostrato: la nostra è una Regione dove il volontariato ha un ruolo di primo piano, che in questi mesi si è accentuato. C’è poi un forte senso di appartenenza familiare, come dimostra anche la conduzione delle nostre aziende. Proprio il Covid ci ha dato una grande lezione di vita da cui dobbiamo tutti ripartire. È vero che c’è stata un’emergenza sanitaria, cui è seguita un’emergenza economica, ma dobbiamo imparare a guardarne il lato positivo: abbiamo ricominciato tutti ad apprezzare la vita in casa con i nostri cari e con le nostre famiglie. Al tempo stesso abbiamo iniziato ad apprezzare di più i nostri territori. Bisogna ripartire e ricostruire un nuovo modello di relazioni non solo economiche ma anche umane».

Quali sono i principali punti del suo programma per il Consiglio Regionale del Veneto?

«Al centro di un programma politico dovrebbe esserci sempre la cura delle persone. Si pensi alla recente modifica alla legge sull’aborto: è vero che tocca un aspetto sanitario ma bisognerebbe prestare sempre molta attenzione, nessuno dovrebbe essere lasciato solo in casa con determinati farmaci. È importante che le persone, i pazienti non siano visti come degli oggetti, bisogna averne cura a trecentosessanta gradi, dando loro assistenza medica e psicologica, specie di fronte a decisioni che possono avere un impatto drastico nella propria vita. Questa attenzione dev’essere massima anche nei confronti delle famiglie: alcune hanno risparmi da parte, altre rischiano di essere lasciate indietro. Le politiche a tutti i livelli, dunque, dovrebbero avere un taglio a misura di famiglia, una famiglia che ha delle spese quotidiane, che va al supermercato, in vacanza, ecc. In questo senso, la Lega ha dato l’esempio, facendo istituire un Ministero della Famiglia e della Disabilità, guidato nello scorso governo da Lorenzo Fontana: è proprio questa la linea da portare avanti. Alle politiche familiari, è legato anche il discorso dello smartworking. Se è vero che questo modo di lavorare ha determinato per molti delle difficoltà, è anche vero che ha rappresentato un’occasione per molte famiglie per stare a più stretto contatto e non solo all’ora di cena. Molti padri e madri apprezzano il lavoro da casa, perché permette loro di stare più tempo con i figli. Questo è un bagaglio positivo di crescita e di sviluppo per il futuro. A questo proposito, la nostra Regione, in collaborazione con l’Ordine degli Architetti, ha lanciato Veneto Cantiere Veloce per agevolare chi vuole creare nuovi condomini con spazi adibiti proprio allo smartworking, magari con giardini condominiali, dove chi lavora possa portare i figli e conciliare meglio famiglia e lavoro. Molte aziende hanno fatto passi da gigante nella conciliazione famiglia-lavoro, grazie anche agli asili aziendali. Sappiamo quanto i posti negli asili siano ridotti rispetto alle richieste, quindi bisogna creare energie positive anche in questo campo».

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