A Verona, l’amministrazione uscente di centrodestra, guidata dal sindaco Federico Sboarina, ha puntato fin da subito su politiche a sostegno della natalità e della famiglia. La pandemia ha poi provocato ulteriori problematiche, per le quali, adesso Sboarina e i candidati che lo supportano, si stanno attivando. Tra questi ultimi spiccano i consiglieri uscenti Anna Grassi e Vito Comencini (quest’ultimo anche deputato), che ripresentano la loro candidatura nelle file della Lega, in vista della tornata elettorale del prossimo 12 giugno. A Pro Vita & Famiglia, i due candidati hanno parlato del loro programma in fatto di natalità, famiglia, disabilità, giovani, anziani e scuola.
Quali politiche per la vita nascente sono previste nel vostro programma per il Comune di Verona?
«L’intenzione è proseguire e rafforzare le politiche già avviate dalla giunta Sboarina, implementando il fattore-famiglia e le misure per favorire la natalità. Si tratta, dunque, di integrare i bonus bebè regionali e nazionali già esistenti, con altri incentivi come, ad esempio, il bonus baby-sitter, per aiutare la conciliazione famiglia-lavoro. Inoltre, continueremo a sostenere tutte le associazioni che sostengono la vita nascente, in particolare i centri di aiuto alla vita, per aiutare le giovani madri in attesa che versino in difficoltà economiche o psicologiche, allo scopo di prevenire gli aborti».
Avete in programma anche misure per le famiglie numerose?
«Il fattore-famiglia può essere applicato a vari servizi della pubblica amministrazione, secondo vari criteri atti a valutare quali sono effettivamente le famiglie più bisognose. L’amministrazione uscente veronese, con il sostegno del gruppo consiliare della Lega, ha presentato emendamenti al bilancio proprio per implementare il bonus nascite e il bonus bebè. Con le risorse stanziate dal Comune, siamo riusciti a coprire tutte le famiglie che avevano i titoli per beneficiare di questo bonus, dando un aiuto limitato ma comunque significativo. Lo dimostrano i dati in controtendenza della nostra città che, pur un in un quadro di grave denatalità generale, hanno mostrato la concreta possibilità di invertire la rotta».
Come si impegnerà la Lega e – se sarà confermata – la maggioranza di centrodestra, per la libertà educativa, in particolare nel contrasto dell’ideologia gender?
«Continueremo a vigilare nelle scuole, nelle biblioteche e in tutti i luoghi di cultura dove vi sia un rischio di infiltrazione di queste ideologie. In compenso, vorremmo favorire la conoscenza delle nostre tradizioni, della nostra storia e dei valori della civiltà classico-cristiana. Continueremo, quindi, quello che ha fatto finora il sindaco Sboarina, che, ad esempio, ha impedito che i testi sull’ideologia gender entrassero nella Biblioteca Civica di Verona. Daremo continuità a questa azione, perché riteniamo sia assolutamente fondamentale far crescere i ragazzi in una società sana, non contaminata da queste nuove pericolose ideologie».
Quali politiche intendete promuovere, invece, per tutelare i diritti delle persone con disabilità?
«Anche qui c’è un lavoro da proseguire. L’amministrazione uscente ha già fatto un grande sforzo per l’abbattimento delle barriere architettoniche e per garantire che le nuove costruzioni rispettino gli standard urbanistici a favore dei disabili. Continueremo anche a sensibilizzare la cittadinanza sull’integrazione delle persone con disabilità, perché si sentano il più possibile accolte e sostenute, non trattate da cittadini di serie B. Ci sono numerosi progetti in via di realizzazione, sia da parte del Ministero per le Disabilità, sia da parte del Comune di Verona. Tanti altri vorremmo metterli in cantiere per cercare di venire incontro a situazioni in cui c’è bisogno di un grande supporto da parte dell’amministrazione».
Quali servizi specifici avete in mente per non lasciare malati e anziani isolati dal contesto sociale?
«Sia gli anziani, sia i giovani sono le categorie che hanno più sofferto l’isolamento nei due anni di pandemia. In particolare, per gli anziani, c’è da fare un grande lavoro per rafforzare i centri diurni e tutte le strutture in cui possano sentirsi accolti, stare insieme e trascorrere il loro tempo libero. Strutture che, durante le fasi di lockdown, erano state chiuse o erano finite in secondo piano e gli anziani ne avevano risentito moltissimo sul piano psicologico. Al tempo stesso, è importante supportare anche le famiglie che hanno anziani non autosufficienti in casa e si trovano in difficoltà nell’accudirli. Le case di riposo sono importantissime ma bisogna anche aiutare chi preferisce tenere gli anziani in casa: la famiglia rimane il luogo più ideale per accoglierli e proteggerli».
Cosa promuoverete, infine, in tema di politiche giovanili e di contrasto alla droga?
«Per contrastare il traffico di stupefacenti, potenzieremo i controlli nelle scuole ma anche nei cannabis light shop, dove spesso le regole non vengono rispettate e che diventano, quindi, luoghi pericolosi per i giovani. Bisogna intervenire, poiché i centri di psichiatria stanno riscontrando un aumento dei giovani che cadono nel giro della droga, compresa quella che, erroneamente, viene chiamata “droga leggera” ma che, in realtà è altrettanto devastante, sotto ogni punto di vista».