Nella scena politica veronese, il suo è un nome particolarmente noto. Dopo una lunga militanza nella Lega e più di un mandato prima come consigliere provinciale, poi come consigliere comunale, Alberto Zelger, si candida per la prima volta come sindaco di Verona. Ad appoggiarlo sono la lista civica “Zelger Sindaco”, aperta soprattutto a professionisti e imprenditori; la lista “Verona per la libertà”, che raduna soprattutto quella parte di cittadinanza scesa in piazza nei mesi scorsi contro il green pass e le restrizioni dovute alla pandemia; il Popolo della Famiglia, che fa dei principi non negoziabili il principale punto del suo programma.
Alberto Zelger ha lasciato la Lega all’inizio di quest’anno, non riconoscendosi nelle misure sanitarie troppo restrittive appoggiate dal sindaco uscente Federico Sboarina e dalla sua giunta. Contattato da Pro Vita & Famiglia, Zelger ha illustrato in sintesi il suo programma, articolato sulla difesa di vita e famiglia, in un’ottica di libertà a trecentosessanta gradi.
Alberto Zelger, nella sua candidatura a sindaco, lei si presenta appoggiato da tre liste. Qual è, innanzitutto, il suo programma in tema di aiuti alle famiglie e alla natalità?
«Il mio programma elettorale prevede “supporto e ascolto dei nuclei familiari in difficoltà a seguito della crisi economica”. Questo punto comprende un po’ di tutto, anche il supporto alla natalità e alle nuove famiglie che fanno fatica a formarsi perché non hanno i mezzi. Se in una coppia, uno ha un lavoro da 800 euro al mese e l’altro è disoccupato, come si fa a mettere su famiglia? Per molte coppie è una grande sofferenza non potersi sposare ma il governo non fa nulla per aiutarli. Nel 2019, al Congresso Mondiale delle Famiglie, che io stesso ho contribuito ad organizzare, abbiamo avuto come ospite l’allora ministro ungherese della Famiglia, Katalin Novák, poi diventata presidente dell’Ungheria, che ci illustrò quello che, già allora facevano per la famiglia nel suo Paese: 35mila dollari a fondo perduto alle coppie quando si sposano, poi altri 35mila in prestito quando hanno bisogno di cambiare casa o macchina o quando nasce un figlio. Quando poi arriva il quarto figlio, la madre è esonerata dalle tasse per tutta la vita. Queste sono le cose che veramente servono alle famiglie, non le chiacchiere inutili di tanti convegni che si tengono qui in Italia».
Come vi impegnerete per la libertà educativa e il contrasto dell’ideologia gender a scuola?
«Lo slogan del Popolo della Famiglia, una delle tre liste che mi sostiene è proprio “no gender nelle scuole”. La libertà educativa è fondamentale ma, a mio avviso, non ha senso difendere questo principio, se non si difende la libertà di espressione in generale. La mia candidatura, infatti, vuole dar voce anche a quella parte di popolazione che non si riconosce nelle misure adottate durante l’emergenza sanitaria e soprattutto nelle censure contro la libertà di informazione in ambito medico-scientifico. Anche per questo, in un’altra delle liste che mi appoggiano, si candida il professor Paolo Bellavite, professore di Patologia Generale all’Università di Verona, unico italiano che ha scritto sulle cure domiciliari anti-Covid su riviste internazionali».
Avete in programma misure preposte a frenare l’abbandono e l’emarginazione della popolazione anziana?
«Porteremo avanti politiche di interventi sociali per anziani, asili nido, diritto alla casa e soggetti a rischio esclusione. In particolare, penso agli anziani abbandonati nelle RSA, magari perché i parenti non sono vaccinati e non possono visitarli. Lasciare gli anziani da soli è disumano. Qualunque persona va assistita nei suoi momenti di debolezza. Poi mi domando: ha senso che una persona fragile richieda una visita specialistica e gliela fissino nel 2023? Mi chiedo se questa sia “carità cristiana”…».
Per le persone disabili, cosa avete previsto?
«L’obiettivo è promuovere e alimentare la piattaforma europea Wheelmap.org per informare i disabili della presenza di barriere architettoniche in città. Si tratta di un’iniziativa presente in una settantina di città in tutto il mondo. È uno strumento importante per segnalare i pericoli e gli ostacoli per i disabili in vista della loro rimozione. Le compagnie telefoniche devono scavare per inserire i cavi, così come le compagnie dell’acqua e del gas devono scavare per sistemare i tubi. Poi arriva un’altra compagnia elettrica che deve ugualmente scavare, mentre la compagnia telefonica deve installare la fibra ottica: per tutte queste azioni serve un coordinamento. L’attuale amministrazione ha mosso un po’ delle sue risorse per il monitoraggio delle barriere esistenti e il blocco di potenziali nuove barriere: a mio parere, però, non ha fatto moltissimo, anzi sui marciapiedi e le strade ha investito veramente poco. Anche qui vicino a casa mia, è pieno di buche spaventose, e vengono a passeggiarci persone anziane col bastone o la carrozzina. Va prestata quindi molta attenzione anche a questi aspetti».