20/08/2013

Emergenza uomo

Questo il pezzo che abbiamo ricevuto da un nostro lettore. L’ha inviato anche a diversi giornali. Noi lo pubblichiamo volentieri.

  Molto bello anche quest’anno, e ricco di significato, il titolo del Meeting di Rimini. Ottima l’idea di presentare questa “Emergenza Uomo”, e di cercare, alla luce di Colui che – come diceva Giovanni Paolo II – “sa che cosa c’è dentro l’uomo, una soluzione a questa emergenza. Spiace e meraviglia il constatare come i grandi mezzi di comunicazione finiranno con il presentarci solo la passerella dei politici, mentre ben poco ci sarà comunicato su quanto verrà detto a riguardo di un tema tanto importante per la vita dell’uomo di sempre. Stupisce perciò il fatto che nella sua ottimistica relazione il Presidente del Consiglio Letta – che è un cattolico – non abbia detto quanto invece ha detto l’ex comunista Napolitano, e cioè che “senza i valori cristiani è impossibile costruire una società armonica e giusta”. Si, siamo di fronte all’emergenza di un uomo ideologizzato e incapace di guardare alla realtà. Un uomo che, non volendo credere che ci sia una verità sull’uomo, finisce con il costruire società in cui la stessa ragione si perverte e impazzisce. Faccio qualche esempio di questa “emergenza uomo”. Leggo che la BBC, nel programma diretto ai bambini, ha iniziato con il tema: “Il matrimonio di papà e papà”, in cui sono i figli di omosessuali a organizzare la celebrazione. In Nuova Zelanda invece una reverenda unisce in matrimonio una coppia di donne e una di uomini. In Germania – la nazione d’Europa più ricca economicamente -, nei prossimi mesi sarà possibile mettere o non mettere sul documento di identità il variegato genere sessuale di appartenenza. Poi accade che se un sacerdote, come è successo qui in Trentino, si permette di mettere in luce questa incapacità di guardare alla realtà di un uomo ferito – indipendentemente dalla sua condizione – anche nella sua sessualità, apriti o cielo! Ecco allora che un fedele scrive una lettera indignata al giornale locale per denunciare il sacerdote del “delitto” di omofobia e di insensibilità cristiana di fronte al recente suicidio di un quattordicenne che “diceva di non essere capito in quanto omosessuale”. Non passa per la mente ai devoti seguaci di questa “nuova religione umanitaria”, che la piaga del suicidio giovanile, per questa e molte altre ragioni, non derivi soprattutto da una mancanza di senso del loro vivere? Non ritengono che questa sia la vera emergenza uomo? A quando la “nuova inquisizione umanitaria”? Che sia già in atto?

Claudio Forti – Trento

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