Compirà 26 anni, venerdì prossimo, esattamente due giorni prima delle elezioni regionali in Emilia-Romagna. Matteo Montevecchi, è uno dei candidati più giovani in questa tornata elettorale attesissima, che potrebbe rivelarsi storica: per la prima volta in cinquant’anni, la vittoria del centrosinistra nella “rossa Emilia” non è così scontata. Un eventuale cambio di colore politico ai vertici dell’amministrazione regionale emiliano-romagnola comporterebbe molte svolte radicali anche in tema di vita e famiglia. Montevecchi, che si candida nelle file della Lega, è uno dei fautori più convinti di questo cambiamento. Come da lui stesso spiegato a Pro Vita & Famiglia sarà fondamentale ripensare l’utilizzo dei soldi pubblici: in caso di vittoria della coalizione di centrodestra, guidata da Lucia Borgonzoni, il denaro fino ad oggi destinato ad “amene iniziative” come il festival dell’ecosessualità o l’indottrinamento gender dei più piccoli, inizierà ad andare a beneficio delle famiglie numerose, delle mamme in difficoltà, degli anziani e dei disabili.
A 26 anni, lei sarà uno dei candidati più giovani alle elezioni del prossimo 26 gennaio. Cosa vuol dire per un candidato della sua età, di centrodestra e, per di più, pro life, muoversi nel contesto della Regione più ideologicamente pendente a sinistra d’Italia?
«La politica è una passione che mi accompagna fin da piccolo. Significa mettersi al servizio di tutti e lottare per i valori in cui credo. Credo che sia stimolante questo momento storico. Al tempo stesso senti il peso della responsabilità, oggi come non mai abbiamo l’occasione di andare a governare la Regione dopo un predominio rosso durato 50 anni. È l’occasione per concretizzare tanti progetti che possono diventare realtà».
Lei è stato per cinque anni consigliere comunale a Santarcangelo di Romagna: quali sono le battaglie per la vita e per la famiglia che ha già portato avanti e che vorrebbe replicare se sarà eletto al Consiglio Regionale?
«Da consigliere comunale a Santarcangelo di Romagna, mi sono impegnato a difendere la vita e la famiglia, attraverso mozioni e interrogazioni volte a sostenere con un fondo le donne in gravidanza in difficoltà economica per incentivare la natalità in questo paese in grave crisi demografica. Se non ricominciamo a riempire le culle, questo paese non ha futuro. Mi sono anche opposto all’indottrinamento gender, in particolar modo denunciando la pseudocultura che veniva promossa (attraverso centinaia di migliaia di euro di soldi pubblici) al Santarcangelo Festival. Un Festival che negli ultimi anni ha promosso l’ecosessualità (quelli che fanno “sesso” con gli alberi), l’ideologia gender, sirenetti con la coda arcobaleno sulle fontane del paese, pornoterrorismo (non chiedetemi che cosa sia…), centri sociali di estrema sinistra come Macao, abituati a fare occupazioni abusive a Milano. E tanta altra propaganda di partito fatta passare come arte. Assurdo, ma vero. Anche Massimiliano Fedriga, allora capogruppo della Lega alla Camera, presentò ben due interrogazioni parlamentari in merito a questo Festival. In Consiglio Regionale voglio continuare queste battaglie. Per invertire la rotta dobbiamo iniziare a mettere al primo posto quelle che sono le vere priorità: difesa della vita, della famiglia, della libertà educativa».
In Emilia-Romagna, come nel resto d’Italia, c’è un forte problema di inverno demografico: che misure andrebbero apportate per invertire questo trend e per permettere ai giovani emiliano-romagnoli di mettere su famiglia?
«Sappiamo che il problema del drastico calo demografico è sia economico, che culturale. Per risolvere il problema economico, dobbiamo incentivare le famiglie numerose, introdurre il quoziente familiare, rendere gli asili nido gratis dal secondo figlio in poi, seguendo il modello del Friuli-Venezia Giulia, sostenere, come anticipato prima, le donne in gravidanza in difficoltà economica. Ma anche aiutare tutte quelle famiglie che hanno a loro carico anziani e disabili. Ci dicono che non ci sono i soldi. Falso, i soldi ci sono. E spesso vengono usati male. È una questione di priorità e scelte politiche. Lo dimostreremo presto».
di Luca Marcolivio