06/11/2023

Esce il libro “Nato all’incontrario”. Il giornalista Curridori si racconta

Francesco Curridori, giornalista, collaboratore del quotidiano Il Giornale, ha deciso di far uscire un libro, "Nato all'incontrario", edito Koinè, che racconta della sua vita. Una vita particolare, ricca di esperienze che, ci spiega in un’intervista, difficilmente si possono annoverare. “Non può farlo il giovane e nemmeno forse l’anziano” scherza.

Perché Curridori, 40 anni, a 17 ha subito un trapianto di cuore. Dentro e fuori gli ospedali fin da piccolo, questo non gli ha impedito di vivere. E in questo libro vi è tutto il testamento morale della sua vita dove, tiene a ribadire, “non esiste solo la disabilità”. C’è molto altro. Ad esempio il lavoro, le passioni, l’amore: «Nel mezzo del cammino della mia vita ho deciso di scrivere questo libro che è una sorta di bilancio. Il messaggio che voglio dare – sottolinea appunto - è che c’è qualcosa oltre la disabilità per questo ho parlato di tutto nel volume. Di amore, perché anche noi disabili abbiamo dei sentimenti, poi di politica, perché sono un giornalista politico. Ho raccontato di come Berlusconi abbia inciso direttamente e indirettamente nella mia vita, sia quale personaggio mediatico, perché passando molte giornate in ospedale è chiaro che quelle ore le trascorrevo fin da giovanissimo guardando programmi Mediaset piuttosto che Rai,  sia quale personaggio calcistico, dato che sono tifoso del Milan e lui era il presidente rossonero» sorride.

Curridori, con ironia e umiltà, tocca il tema dell’inclusione e di una vita forse “più vissuta” rispetto a quella di tanti altri: «Io non ho fatto nulla di così speciale se non cercare di non arrendermi. La difficoltà più grande per me? Far combaciare età anagrafica ed esperienziale. La prima uscita di svago con gli amici io l’ho fatta a 21-23 anni. Il mio primo viaggio con gli amici dopo i 30. Però rispetto ad altri miei coetanei io ho vissuto esperienze che non hanno vissuto in molti: il trapianto di cuore ad esempio».

A chi vive delle difficoltà, soprattutto fisiche, tiene a dire: «La mia vita non inizia e non finisce in un letto d’ospedale, o per colpa di un braccio che fa quello che vuole o perché la gamba mi fa zoppicare. A proposito di questo, però, voglio ricordare anche l’importanza del tema della vita e della bioetica. E’ importante in questa società tenere gli occhi aperti rispetto tutto ciò che riguarda la “selezione” e tutto ciò che può portare all’eliminazione degli storpi o delle persone nate con qualche difetto».

Curridori chiude infine con un appello ad essere positivi e sempre grati di quello che è il dono della vita, anche nelle difficoltà: «Ricordatevi che anche senza salute la vita non è un fallimento. C’è molto altro rispetto alla disabilità e vorrei che lo scopriste leggendo il mio libro».

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