26/11/2021 di Luca Volontè

Esiste una vera e propria “lobby” dell'eutanasia. E negli Usa sta portando al baratro

Nelle ultime settimane le spinte eutanasiche stanno espandendo la loro presa in molti stati degli Usa, facendo approvare leggi che consentono, di fatto,  l’omicidio del malato (sia egli consenziente o meno).

Questo è possibile, purtroppo, eliminando via via i periodi di attesa, la prognosi terminale di 6 mesi, permettendo agli infermieri e ad altri medici di approvare e partecipare al suicidio assistito, eliminando i requisiti di residenza nello Stato, ed espandendo sempre più esplicitamente le leggi sul suicidio assistito per permettere l'eutanasia (morte tramite iniezione letale o prescrizione letale).

Recentemente, un leader di lunga data della lobby del suicidio assistito negli Usa, Thaddeus Mason, ha definito questi cambiamenti come un ‘Medical Aid in Dying 3.0’, un passo avanti verso la piena e totale liberalizzazione della eutanasia e della morte del malato, senza ‘se’ e senza ‘ma’. Il famoso promotore dell’eutanasia ha descritto il crescendo di liberalizzazione negli USA con questi dettagli: «Le leggi originali dell'Oregon e dello Stato di Washington sul suicidio assistito come Medical Aid in Dying 1.0, le loro recenti espansioni come Medical Aid in Dying 2.0 ed i possibili esiti di casi giudiziari in corso (nel tentativo di espandere l'eutanasia a livello federale) come Medical Aid in Dying 3.0. La prima serie di espansioni del suicidio assistito includevano l'eliminazione del periodo di attesa di 15 giorni e l'espansione di chi può prescrivere ed eseguire una morte per suicidio assistito».

Nel luglio 2019 il governatore dell'Oregon Kate Brown ha ampliato la legge sul suicidio assistito firmando la legge SB 0579. Questa legge, essenzialmente, elimina il periodo di attesa di 15 giorni per il suicidio assistito, una salvaguardia voleva assicurare alla persona anche la possibilità di cambiare idea. Quest'anno, il New Mexico ha approvato la legge sul suicidio assistito HB 47 che lo liberalizza ulteriormente. Infatti la legge HB 47 non richiede un periodo di attesa di 15 giorni, ma solo un periodo di attesa di 48 ore che può essere derogato se l'operatore sanitario ritiene che la persona possa essere in fin di vita, permettendo di fatto la morte per eutanasia lo stesso giorno in cui la si chiede.

Il Nuovo Messico ha anche ampliato le categorie di soggetti che possono prescrivere e partecipare al suicidio assistito, includendo anche i non-medici, definiti come "fornitori di assistenza sanitaria". Una mossa chiara della lobby del suicidio assistito che sta espandendo sempre più l’elenco del personale autorizzato a prescrivere e partecipare alla eutanasia, visto l’aumentare in ogni paese del personale medico che si rifiuta di eseguire il suicidio assistito o l’eutanasia del proprio paziente.

Recentemente, inoltre, la California ha approvato il disegno di legge SB 380 sull'espansione del suicidio assistito, che tra le altre cose, permette di rinunciare al periodo di attesa quando una persona è vicina alla morte. Ma in California è aperto un caso giudiziario per obbligare i medici a fornire ogni aiuto al suicidio assistito anche alle persone disabili che, a causa della loro condizione, non possono suicidarsi da sole.

Fin dalla nascita della prima legge sul suicidio assistito negli Stati Uniti nello stato dell'Oregon, si è cercato di estendere il suicidio assistito a tutti i 50 stati americani, tanto che lo scorso anno si è cercato di usare le linee guida federali per combattere il Covid 19 per includervi il suicidio assistito tramite telemedicina, per fortuna senza successo.

 

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