In questo clima natalizio vorremmo poter dare solo belle notizie. E finalmente una ne è arrivata: un ostacolo alla deriva eugenetica in atto da decenni.
Si sa che dal ’78, anno in cui è entrata in vigore la legge 194, è possibile – praticamente – l’aborto a richiesta. In particolare se c’è il sospetto di qualche difetto del bambino, è possibile anche l’aborto tardivo, fino a sei mesi di gestazione (e oltre).
Sicché la mentalità eugenetica s’è diffusa: il bimbo non è perfetto? Ha il labbro leporino o il piede torto? (figuriamoci se ha la spina bifida o la sindrome di Down o qualcosa di peggio): si può ammazzare. Evitiamo che possa essere infelice!
[Con questo ragionamento dovremmo ammazzare tutti i ragazzini, perché non c’è garanzia ch’essi non siano infelici: droga, alcol, depressione, tradimenti da parte del migliore amico... quante sono le cause di infelicità per i figli e i genitori che li devono assistere!]
Comunque, ammazzarli quando sono grandi e grossi è imbarazzante. Invece da piccoli nel grembo è facile. Non protestano, neanche si vedono.
E da un po’ i giudici riconoscevano ai genitori e ai ragazzini il diritto al risarcimento danni per la nascita: il medico poteva sapere che il bambino è Down e non se n’è accorto? Ha negato alla madre il diritto di abortire e al figlio il “diritto di non nascere”, quindi il medico viene condannato al risarcimento del danno.
Ma un paio di giorni fa, miracolo di Natale, la Cassazione chiamata a decidere a sezioni unite, di fronte all’ennesimo ricorso (stavolta si trattava di due genitori di Lucca) ha detto no, che non esiste “il diritto a non nascere se non sani” (locuzione che può essere considerata un vero capolavoro della neolingua...).
Vivaddio. Ogni tanto (forse è lo Spirito del Natale, chissà?) un po’ di ragionevolezza e di coerenza logica nelle parole e nei concetti...
Redazione