05/04/2018

Eutanasia congiunta di due anziani, in Canada

L’eutanasia dilaga, in Canada. Tanto che ormai può rientrare tra il novero dei Paesi più mortiferi del globo, assieme a Svezia, Svizzera e Belgio.

Il fatto che oramai non ci siano più argini al dilagare della peste mortifera lo si evince da un recente caso di cronaca che ha coinvolto i coniugi Brickenden e che fino a non molto tempo fa avrebbe fatto gridare all’ingiustizia, ma che oggi è stato invece accolto quasi con indifferenza dalle persone e addirittura con favore (!) dalla famiglia della coppia, sintomo che si tratta di un fatto ormai normalizzato.

Questi i fatti, come riportati dal National Right to Life.

Una coppia di anziani di Toronto decide che è ora di morire. Fanno una prima visita e «il loro medico – un avvocato pro-eutanasia – approvò entrambe le loro morti. Ma il secondo parere MD rifiutò di certificarli perché il marito non aveva una condizione diagnosticata». Tutto sospeso, dunque. 

Passa un anno e i Brickenden chiedono nuovamente l’eutanasia congiunta: questa volta il loro medico si assicura che la seconda valutazione sia fatta da un altro “medico pro-eutanasia” (... si tratta di un ossimoro, ma tant’è!). Arriva quindi il parere “positivo”: i due possono essere uccisi.

A questa decisione, già tragica in sé, va poi aggiunta – come dicevamo – l’accondiscendenza e l’avvallo di parenti e amici, nonché di un prete dalla chiesa anglicana.

«L’omicidio congiunto è stato celebrato e romanticizzato – riporta ancora il National Right to Life – con una festa d’addio tenuta dalla famiglia e sostenuta dal prete anglicano del luogo. Due notti prima della loro morte, i Brickenden sono usciti per un ultimo appuntamento all’Opus, il loro ristorante preferito nel quartiere Yorkville di Toronto. La sera seguente, hanno salutato gli oltre 20 membri della loro famiglia durante una “cena di buon viaggio” nell’appartamento della figlia Pamela. La sera della loro morte è stata più intima, mi hanno detto Pamela, Angela e Saxe due giorni dopo. “Non poteva essere un modo migliore di andare. Totalmente pacifico”, ha detto Angela. “Ha permesso loro di uscire con grazia insieme, mentre vivevano”. Erano presenti Pamela, Saxe e Angela, i loro coniugi, i due medici e Andrew Asbil, il decano della Cattedrale di San Giacomo di Toronto, che in seguito mi disse che aveva “senza esitazione” sostenuto il desiderio della coppia che il loro funerale si sarebbe tenuto nella chiesa anglicana».

Redazione


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