Per l’assoluta necessità della mobilitazione di tutte le realtà pro life Assuntina Morresi, membro del Comitato Nazionale di Bioetica e ora presidente del Movimento per la Vita, è stata intervistata da Pro Vita & Famiglia durante il convegno “Eutanasia e Suicidio assistito. Quale dignità della morte del morire?”, organizzato ieri 11 settembre e frutto del tavolo “Famiglie e Vita” presso la Cei, con la partecipazione di numerose associazioni pro life. La Morresi non nega timori sul tema della regolazione del fine vita ma la speranza, si sa, è l’ultima a morire.
Rispetto alle parole di Conte, che ha affermato che il Parlamento non si occuperà di fine vita, nonostante l’ultimatum del 24 settembre imposto dalla Corte Costituzionale, ci sono più timori e più speranze?
«Personalmente sono pessimista e credo che rischino di prevalere i timori. Vorrei tanto che se ne occupasse il Parlamento, ma sarebbe troppo comodo per tutti che la Corte Costituzionale facesse il “lavoro sporco”».
Ci spiega meglio quello che sta affermando…
«Sarei la prima ad essere felice di essere smentita, ma temo che si arriverà ad una depenalizzazione dell’articolo 580 in alcune circostanze, e sarebbe un disastro perché a quel punto dovremmo legiferare secondo i criteri dettati dalla Corte e a il Parlamento non sarebbe più in grado di decidere in completa libertà».
Quanto è importante, adesso, non mollare a livello di sensibilizzazione contro l’eutanasia? La pressione mediatica è forte, come controbattere?
«Io credo che momenti come questi siano i benvenuti. Ci sono state altre iniziative già nella scorsa estate e le varie realtà presenti in questa galassia si sono mosse con capacità e utilizzando i mezzi che possiedono. Sicuramente fino al 24 bisogna esserci ed attivarsi, ma occorre restare pronti a farlo anche dopo. Dopo occorrerà proprio mobilitarsi».
di Marta Moriconi