Era inevitabile che la recente decisione della Corte Costituzionale sul caso che ha avuto per protagonista il radicale Marco Cappato, accusato di aiuto al suicidio per aver accompagnato Dj Fabo in Svizzera nella clinica dove ha ricevuto il “suicidio assistito”, riaprisse il dibattito sull’eutanasia. Nonostante, come chiaramente spiegato a Pro Vita dal magistrato Alfredo Mantovano, la Consulta abbia riaffermato la piena legittimità dell’articolo 580 del codice penale che punisce l’istigazione e l’aiuto al suicidio, limitandosi a chiedere al Parlamento di meglio definire la tutela di alcune particolari situazioni, ecco che si è presa subito la palla al balzo per rilanciare la battaglia in favore di un presunto “diritto a morire”.
In Senato è stata infatti depositata una nuova proposta di legge in favore dell’eutanasia da parte del parlamentare del 5Stelle Matteo Mantero, uno di quelli indicati come “dissidenti” e allineati alla fronda che vuole votare contro il Decreto sicurezza del Ministro dell’Interno Matteo Salvini.
«Quello che ho appena depositato vuole semplicemente essere uno spunto per avviare il confronto, alla luce delle sollecitazioni della Corte Costituzionale, nel processo per la morte di Dj Fabo dello scorso 24 ottobre», ha dichiarato il senatore pentastellato; «Nella passata legislatura si è ottenuto un grande risultato sui temi etici», ha aggiunto, «ma ancora tanti malati aspettano una risposta, costretti a lunghi e faticosi viaggi, quelli che possono permetterselo, per vedere riconosciuto il loro diritto a morire con dignità e senza soffrire».
In pratica l’iniziativa del senatore 5Stelle non fa che confermare le preoccupazioni di quanti, dietro la decisione della Consulta, hanno intravisto il concreto rischio di arrivare all’affermazione di un presunto “diritto alla morte”, proprio attraverso leggi rivolte ad aprire la strada alla legalizzazione dell’eutanasia. Nonostante i giudici costituzionali non abbiano affatto chiesto questo, ma soltanto di meglio definire i contorni di una norma che rischia di lasciare aperti dei vuoti normativi su particolari situazioni.
Ora sarà interessante vedere come risponderanno le forze politiche. Va detto che, all’interno del Movimento 5Stelle, sui temi etici non c’è unanimità di vedute, come del resto emerse già chiaramente in passato, ad esempio sulla legge Cirinnà sulle unioni civili. Quindi bisognerà ora capire quanti nella truppa grillina saranno disponibili a sposare una battaglia così impegnativa e controversa. Di sicuro non ci sarà unità di vedute nella maggioranza, con la Lega che per bocca del leader Matteo Salvini ha più volte manifestato contrarietà al riguardo. E non a caso i temi etici sono stati accuratamente tenuti fuori dal contratto di governo.
Stabilire per legge un “diritto a morire” significherebbe automaticamente capovolgere il paradigma che è da sempre alla base dell’esistenza umana, ossia la lotta per la sopravvivenza. Non a caso l’istinto umano per sua natura spinge a vivere, non a morire, se si sta annegando si cerca di annaspare il più possibile o di aggrapparsi a un qualcosa che possa in qualche misura tenerci uniti alla vita strappandoci alla morte. Con l’eutanasia anche la vita umana verrebbe ridotta alla stregua di un “bene di consumo”, un “prodotto” da conservare finché in buono stato e da buttare al macero nel momento in cui non più “funzionante”.
E chi stabilisce questo? Un’ideologia laicista che ha finito per confondere il diritto alla libertà di ogni singolo individuo, con un concetto di autodeterminazione basato sulla convinzione che la vita umana sia proprietà esclusiva di chi la possiede e fino a quando decide di possederla? Con il paradosso di arrivare a rendere legittimo il “diritto al suicidio” o addirittura il dovere di aiutare chi vuole porre fine alla propria esistenza? Del resto non si sta inventando nulla, le stesse parole del senatore Mantero ne sono la conferma, laddove si arriva esplicitamente a dichiarare che «tanti malati aspettano una risposta, costretti a lunghi e faticosi viaggi, quelli che possono permetterselo, per vedere riconosciuto il loro diritto a morire con dignità e senza soffrire». Ma quale diritto naturale stabilisce che la sofferenza, per quanto difficile da accettare e dolorosa da sopportare, renda meno dignitosa ed inutile una vita?
Americo Mascarucci
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