05/04/2018

Eutanasia – Il bimbo che ha sorpreso il mondo

La storia di Dylan risale al 2016, ma in questi giorni di apprensione per la sorte di Alfie Evans fa bene all’animo e al cuore leggere storie come queste, che dimostrano chiaramente come l’eutanasia, come scegliere di uccidere una vita umana non sia un gesto degno della nostra umanità e nemmeno responsabile: non sono in quanto la vita non è un “bene disponibile”, ma anche perché essa non è totalmente in nostro possesso. La vita può sorprendere: anzi, la vita sorprende. Solo la morte scrive la parola fine e chiude ogni porta.

La storia è questa. Siamo in Inghilterra (anche questa volta!), Queens Medical Hospital di Nottingham: il piccolo Dylan, di due anni, è attaccato da settimane ai macchinari, i medici non pronosticano alcun miglioramento. La via consigliata ai genitori è quella dell’eutanasia: al piccolo va staccata la spina.

Uccidere il proprio bambino è un dramma, ma Mike e Kerry (36 e 29 anni) alla fine acconsentono e danno ai medici il permesso di procedere.

Scrive Il Messaggero: «Il 25 marzo del 2016, nel giorno del Venerdì Santo, lo fecero battezzare davanti a tutti i parenti accorsi in ospedale per l’ultimo saluto e dettero il consenso per bloccare il supporto vitale. Era tutto pronto per avviare la procedura e i medici avevano già cominciato a sedarlo quando, con un insperato e inspiegabile colpo di coda, Dylan cominciò ad avere segni di ripresa, come se il suo organismo avesse percepito il pericolo incombente e stesse reagendo, riportando la frequenza cardiaca a livelli normali. Un miglioramento improvviso e potente, tanto da costringere i medici a un rapido dietrofront: nel giro di pochi giorni il bimbo tornò in condizioni più che soddisfacenti e il 16 maggio fu dimesso dall’ospedale. Oggi, a due anni di distanza, ancora una volta nei giorni delle festività pasquali, Dylan è stato dichiarato guarito».

L’eutanasia uccide una vita: Dylan, dall’innocenza del suo spicciolo di anni, riporta tutti con i piedi per terra di fronte a questo dato di fatto. È stato un miracolo? È stata la potenza del Battesimo? È stato un caso? Ognuno tragga le sue conclusioni.

Dylan alla morte ci è andato vicino, veramente vicino, ma poi ha avuto un’altra chance: chi siamo noi per decidere a chi dare speranza, e a chi no?

Redazione

Fonte, anche per la foto: Il Messaggero

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