25/08/2014

Eutanasia - Il diritto di uccidere

Apprendiamo da un articolo, scritto dal nostro collaboratore Klaus Vella Bardon e pubblicato sul “Times of Malta” un paio di settimane fa, di un’affermazione fatta da Ariadne Massa, caporedattore del quotidiano. Riguardo al suicidio assistito, Ariadne Massa chiede se “​​Malta sia disposta a mettere la compassione prima della dottrina”.  Questa domanda rappresenta una insidiosa critica alla Chiesa Cattolica sottintendendo che la dottrina cattolica non sia compassionevole: la solita tiritera anti -clericale che sembra essere diventata cosa normale e quotidiana per i media, esattamente come in Italia.

Innanzitutto, ricorda Klaus Vella Bardon, che la dottrina cattolica afferma che porre fine alla vita di persone handicappate, ammalate o morenti è moralmente inaccettabile aggiungendo, senza mezzi termini, che costituisce un “atto gravemente contrario alla dignità della persona umana”. Esattamente come ha scritto recentemente Papa Francesco (Evangelii Gaudium, numero 214): “Non è progresso cercare di risolvere i problemi sociali, eliminando una vita umana”.  La Chiesa afferma anche che può essere legittimo “rinunciare a cure onerose, pericolose e/o sproporzionate per il malato quindi la Chiesa certamente è contraria al cosiddetto “accanimento terapeutico”.

Insomma, la somministrazione di farmaci per alleviare la sofferenza, anche a rischio di abbreviare i giorni di vita dei malati e moribondi è una buona medicina finché non divenga deliberatamente un metodo per accelerare la morte del paziente, come l’interruzione dei mezzi di sostentamento nel modo che abbiamo visto nel triste caso di Eluana Englaro.

I progressi medici nei trattamenti palliativi e nella gestione dei malati terminali o gravemente handicappati sono migliorati enormemente e sono state scoperte nuove terapie. Gli esperti del settore sostengono infatti che anche per quella piccola percentuale di pazienti che soffrono di dolore incurabile, vi sono mezzi per aiutarli e sostenerli.

Legalizzare l’ eutanasia o il suicidio assistito significa semplicemente dare il diritto ad una persona di decidere sulla vita o la morte di un’altra persona e la sua legalizzazione porta ad un aumento esponenziale dei suicidi.

In un’intervista del 2012, Lord Alton ha sottolineato che in Olanda, dove l’eutanasia è stata legalizzata dal 2002, 4.000 decessi sono stati registrati ogni anno. 2.700 dei quali erano nelle prime fasi di demenza, e di questi 1.000 sono stati fatti senza il consenso del paziente. A Malta, dice Klaus Vella Bardon, si soffre della “sindrome della capra” cioè si seguono ciecamente tendenze negative che prendono piede in altri paesi. Purtroppo soffriamo la stessa sindrome nel Bel Paese!

Nel 1937, GK Chesterton, con la sua ben nota lungimiranza liquidò l’ eutanasia con le seguenti parole: “... nel mio paese, alcuni propongono quello che si chiama eutanasia ; al momento si tratta solo di una proposta per l’uccisione di coloro che rappresentano un fastidio per se stessi; ma presto questi suicidi assistiti saranno applicati progressivamente a coloro che rappresentano un fastidio per gli altri”. Non a caso oggi osserviamo un aumento del turismo della morte.

La Chiesa difende i diritti umani, la vita umana in tutte le sue fasi e della dignità umana. Essa crede nella sacralità della vita umana in quanto riconosce che ogni persona è fatta a immagine e somiglianza di Dio. Per questo motivo è contro l’aborto, l’infanticidio e l’ eutanasia. Questa non è tanto dottrina quanto semplice uso della ragione!  

Antonio Brandi

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