In una recente dichiarazione pubblicata dai Jews for Torah Values, una cinquantina di rabbini hanno preso una posizione dura e netta contro l’eutanasia. Tutte le religioni legittime, dicono i rabbini, dovrebbero rispettare il divieto di “spargere sangue innocente”: in base a questo principio bisognerebbe opporsi alla legalizzazione dell’eutanasia e del suicidio assistito (e dell’aborto, aggiungiamo noi).
Nel documento che hanno sottoscritto, spiegando le loro conclusioni alla luce della Torah, cioè della legge divina, i rabbini sottolineano la responsabilità di tutti coloro che votano per persone favorevoli a questo “spargimento di sangue”.
Combattere l’eutanasia e il suicidio assistito è un’esigenza prioritaria rispetto anche a qualsiasi considerazione di natura economica, o ad altre scelte in campo politico e sociale. Gli ebrei osservanti, quindi, non devono votare per coloro che sostengono l’eutanasia e il suicidio assistito e dovrebbero invece sostenere coloro che si adopearano per abrogare le leggi in materia laddove siano già state adottate: gli elettori sono responsabili in prima persona delle leggi emanate da coloro che hanno eletto.
È interessante questa presa di posizione degli Ebrei contro l’eutanasia e il suicidio assistito: essa dimostra che i principi della legge naturale, del resto, sono principi talmente intrinseci all’uomo da manifestarsi in tutte le religioni.
L’uomo è naturalmente portato alla vita e a preservare la vita, e a rifuggire e contrastare la morte. L’uomo che cerca e procura la morte va contro la sua stessa natura, a prescindere dal motivo e dalle giustificazioni che adduce nel farlo.
Alba Mustela