Conviene morire piuttosto che farsi curare, questo è il messaggio che arriva dai promotori del business dell’eutanasia. La situazione del Canada rispecchia esattamente quanto appena detto: «Secondo il nuovo bilancio parlamentare, pubblicato il 20 ottobre in ossequio a trasparenza e responsabilità, i costi sanitari per prendersi cura dei pazienti nell’ultimo anno di vita sono “sproporzionatamente alti”», leggiamo in un articolo di Tempi.
Accade così che i malati si trovino a decidere se affrontare gli elevatissimi costi delle cure o optare per la morte assistita. E ancora qualcuno osa farsi beffe di questi sofferenti continuando a ripetere a più non posso che l’eutanasia è una “libera scelta”.
Ma sì, una persona che viene posta di fronte a prezzi insostenibili per ricevere l’assistenza di cui ha bisogno per vivere e a una morte assistita gratis potrebbe compiere una scelta con piena libertà: ma ci crediamo sul serio a questa cialtroneria? Se avete dubbi, chiedete a Roger Foley, colpito da una patologia neurodegenerativa, a cui le due alternative proposte erano cure da 1.500 dollari al giorno o suicidio assistito. Chiediamolo a lui se c’è libertà in tutto ciò. Dice bene Tempi: «sventolare la bandiera della compassione, mandando a morte i più deboli, gli inattivi, i pesi mezzi morti fa risparmiare», e non poco.
Stimando 6.465 suicidi assistiti nel 2021, il risparmio dei costi delle cure palliative sembra arrivare a 55,4 milioni di dollari e se consideriamo altri 1.164 suicidi assistiti, permessi dalla legge del Québec – che avrebbe rimosso svariati requisiti per chiedere la morte assistita e ne avrebbe esteso la possibilità a tutti i disabili -, pare si possa aggiungere un ulteriore risparmio di 46,8 milioni di dollari, giungendo a un totale di 113,4 milioni di dollari risparmiati “grazie” a chi ha “scelto” la morte.
E così, fatte sentire come pesi inutili e costosi, ancora altre persone vulnerabili, che con cure adeguate e vicinanza affettiva ritroverebbero slancio vitale, rischieranno di chiedere il suicidio assistito per togliere il disturbo. E addio compassione.