Abbiamo finalmente una buona notizia da darvi: il Portogallo ha detto il suo «No» all’eutanasia. Il Parlamento portoghese ieri era chiamato, infatti, a votare le quattro proposte di legge volte depenalizzare l’eutanasia avanzata dai partiti che appoggiano il governo di centro sinistra del premier socialista Antonio Costa, spiega Il Messaggero.
Come riportano alcuni nostri contatti in Portogallo, il dibattito sull’eutanasia in Portogallo ha avuto inizio nel 2016 con un manifesto a favore del suicidio assistito, cui è seguita la presentazione di due petizioni (una a favore ed una contro quest’ultimo) in Parlamento. Infine, negli ultimi due mesi, socialisti, animalisti, partiti di sinistra e verdi hanno avanzato le loro proposte di legge, il cui fallimento sarebbe dovuto agli inaspettati voti contrari di comunisti e buona parte dei socialdemocratici, insieme ai due partiti del centro destra.
Ebbene, il Parlamento, nel bocciare tali proposte, ha interpretato la volontà del popolo portoghese, che nei giorni precedenti si era raccolto nelle piazze per gridare, concorde, il suo rifiuto dell’eutanasia e del suicidio assistito, manifestando davanti al Parlamento con striscioni sui quali era scritto: «Viva la vita, no alla morte», riporta Avvenire.
Sono stati così salvati dall’orrore di una morte indotta, e per niente “dolce”, come la si descrive comunemente, tantissimi sofferenti, mai veramente “liberi” di sceglierla. Perché quando la dignità della vita umana viene rispettata, anche chi è nel dolore riesce ad affrontare le difficoltà del suo stato.
Quando invece in nome del “migliore interesse” viene proposta la morte, il malato si sente inevitabilmente invitato a togliere il disturbo, come fosse un peso della società. Ecco perché la decisione del Parlamento è stata quindi una vera scelta di civiltà (non l’eutanasia, come direbbe qualcun altro).
Deciso e positivo è stato anche l’impegno mostrato dalla Conferenza episcopale portoghese riguardo la sensibilizzazione sul tema della difesa della vita di anziani, malati e sofferenti. Accorato, in tal senso, è stato l’appello dell’arcivescovo di Lisbona, il cardinal Manuel Clemente, il quale ha caldamente invitato i deputati «a tener conto del fatto che la società si è espressa insistentemente per il no alla legalizzazione dell’eutanasia».
La notte di lunedì sera, infatti, ha visto uniti in una pacifica manifestazione non solo tutti i gruppi di ispirazione cattolica, insieme al clero ed ai consacrati, ma anche membri e rappresentanti di altre religioni e comuni cittadini.
Tutti lì in quanto certi del fatto che «la vita non può essere considerata un oggetto di uso personale», com’era scritto sul milione e mezzo di volantini distribuiti dalla Conferenza episcopale portoghese.
La vittoria della vita, seppur risicata nel voto in Parlamento, non è stata quindi solo di una ristretta fascia di popolazione, ma ha rappresentato il sentire comune di tantissimi cittadini. Il popolo portoghese, scendendo nelle piazze, più e più volte, ha dimostrato di aver capito quale grave male rappresentano l’eutanasia ed il suicidio assistito nella società.
Speriamo ora che anche altri paesi assumano tale coscienza pro vita.
Redazione