Una prova della positività nel rigetto, in Italia, del Referendum sull’eutanasia? Arriva dalla Nuova Zelanda, dove almeno 32 persone sono morte, proprio tramite questa pratica, nei tre mesi da quando è diventata legale. Un ucciso ogni 3 giorni e lo chiamano successo!
La legge che permette il suicidio assistito e l'eutanasia è infatti entrata in vigore nel novembre 2021 dopo un referendum del 2020. Il Ministero della Salute neozelandese ha nei giorni scorsi rilasciato i dati che mostrano che dal 7 novembre 2021, quando la legge è entrata in vigore, fino al 31 gennaio di quest'anno, almeno 28 persone hanno messo fine alla loro vita tramite suicidio assistito o eutanasia. Il cambiamento della legge ha visto la Nuova Zelanda unirsi a un gruppo molto ristretto di paesi - tra cui l'Olanda e il Canada - che già permettono ai medici di porre fine alla vita dei loro pazienti.
Prima del referendum dello scorso anno, molti avvocati pro life e moltissimi operatori sanitari avevano espresso profonda preoccupazione per la legislazione e la sua mancanza di garanzie. Non c’è infatti alcuna valutazione per controllare che gli individui non siano “costretti” a voler morire; nessun controllo o supporto per la salute mentale o preoccupazione per la pressione a scegliere la morte a causa della mancanza di opzioni di cura ed inoltre c’è una potenziale mancanza di equo accesso a buone cure palliative in tutto il Paese. Una recente indagine, inoltre, ha mostrato che il quesito referendario era ambiguo e fuorviante per l'80% di coloro che hanno votato nel referendum sul suicidio.
Come riporta il Guardian, poi, anche in altri Paesi dove l’eutanasia è stata legalizzata i numeri hanno iniziato dapprima a crescere lentamente, per poi subire una vera e propria “esplosione”. I dati della Svizzera, per esempio, hanno mostrato che il numero di persone che si sono sottoposte al suicidio assistito è aumentato costantemente di anno in anno, da 187 nel 2003 a 965 nel 2015.