Mentre con il cuore ci stringiamo al povero Vincent Lambert ed ai suoi genitori, un articolo di Life News richiama la nostra attenzione su un caso molto simile al suo, quello di Terri Schiavo.
Anche lei, come Vincent, meritava di essere aiutata a vivere. Anche lei fu condannata a morire di fame e di sete a causa della decisione di un giudice, George Greer, che ha permesso al suo marito e tutore legale di rimuoverle il tubo di alimentazione.
Il fratello ha rilasciato una testimonianza, che fa venire davvero la pelle d’oca, su come si è cercato in tutti i modi di procedere all’eutanasia di Terri e su come i media vogliano presentare, sull’argomento, una versione menzognera dei fatti.
«Il “;giornalismo” unilaterale continua ancora oggi, come dimostra un recente articolo del Tampa Bay Times intitolato “;Inside the Terri Schiavo case: Pinellas judge who decided her fate opens up”, di Leonora LaPeter Anton», spiega il fratello della defunta.
Pare, infatti, che, nell’articolo, la giornalista abbia omesso dettagli importanti sull’accaduto, curandosi unicamente di presentare il giudice come una vittima di tutta la pressione mediatica generata dal caso. In particolare, il fratello di Terri pone l’accento su un certo interesse di Michael, marito di Terri, nel porre fine alla vita di quest’ultima.
Michael, dopo aver fatto causa ai medici per lo stato di salute della moglie, avrebbe chiesto, infatti, una ingente somma di denaro per la riabilitazione della consorte. Gli fu, dunque, accordata una somma inferiore, ma pur sempre elevata e che, ovviamente, avrebbe ereditato alla morte della moglie.
Solo poche settimane dopo, «Michael tentò di negare a Terri gli antibiotici per un’infezione delle vie urinarie che l’avrebbe portata alla morte. Durante questo periodo, iniziò a vivere con un’altra donna con la quale ebbe due figli prima della morte di Terri».
Inoltre, 40 medici avevano affermato che le condizioni di Terri non corrispondevano a quelle descritte dal marito e molti di loro si erano offerti di prendersene cura. Ma non furono ascoltati.
Insomma, come dicevamo in riferimento al recente disegno di legge del Movimento 5 Stelle, l’eutanasia altro non è che una forma di «“smaltimento” del paziente sofferente». Se pensiamo che, con l’approvazione di una simile legge, storie del genere potrebbero verificarsi all’ordine del giorno in Italia, dovremmo seriamente iniziare a preoccuparci.
Luca Scalise