A moderare il convegno dello scorso 11 settembre sul tema “Eutanasia e Suicidio assistito. Quale dignità della morte del morire?”, organizzato dal tavolo “Famiglie e Vita” presso la Cei, con la partecipazione di numerose associazioni pro life, è stato – insieme a Marina Casini – Gianluigi De Palo, presidente del Forum delle Famiglie.
A margine dell’incontro, intervistato da Pro Vita & Famiglia, De Palo ha parlato dei timori e delle speranze in vista del 24 settembre, ma anche dell’«importanza delle cure palliative», fondamentali per non lasciare il malato in uno stato di abbandono durante i momenti più duri e dolorosi.
Dopo le dichiarazioni di Conte in Senato su eutanasia e suicidio assistito, prevalgono i timori o le speranze?
«Per indole noi facciamo sempre prevalere le speranze rispetto ai timori. Le parole di Conte sono state di grande responsabilità perché l’aver detto che debba essere il Parlamento ad occuparsi di determinati temi, significa che la Corte Costituzionale dovrebbe dare un po’ più di tempo al Parlamento. Visto che il premier rappresenta la nuova maggioranza, mi aspetto che dopo le parole del premier seguano quelle dei parlamentari: chiedano un ulteriore supplemento di tempo per una maggiore riflessione e per formulare una proposta di legge evitando così che sia la Consulta a legiferare. Questo me lo auguro perché altrimenti la Corte Costituzionale sancirebbe un principio eutanasico che poi per il prossimo secolo ci trascineremmo dietro, mentre invece ogni legge è perfettibile e modificabile».
Voi, insieme ad altre associazioni cattoliche, vi state focalizzando sull’importanza delle cure palliative per il sofferente.
«Certo, non c’è dubbio che noi mettiamo in campo, quando si parla di sofferenza, il tema della palliazione perché la riduzione del dolore è uno dei motivi per cui in momenti estremi il paziente non è portato a chiedere l’eutanasia. Infatti, tanto più il paziente riesce a trovare una risposta nel momento del dolore, tanto meno chiederà la morte. Quindi per noi è ovvio che questo tema dovrebbe abbracciare e mettere d’accordo tutti».
Un invito a Conte se lo sente di farlo…
«Dobbiamo essere intellettualmente onesti, quindi devo dire che già è tanto che un Presidente del Consiglio abbia detto quelle parole perché questo non è un tema del governo ma è tipicamente un tema del Parlamento».
di Salvatore Tropea