Un giapponese di 26 anni, attivo sostenitore dell’eutanasia, ha ucciso 19 disabili e ne ha feriti 25, durante questa notte.
Satoshi Uematsu, era stato un dipendente del centro dove ha agito, che ospita 150 persone che lui considerava inutili in quanto non “attive nella società”.
Dice AsiaNews che si è consegnato alla polizia con una borsa piena di coltelli ancora sporchi di sangue.
Il centro di accoglienza Tsukui Yamayuri-En si trova a Sagamihara, 40 km a sud-est di Tokyo.
Nella lettera che aveva presentato al Parlamento per promuovere l’eutanasia dei disabili, citata dai media, egli afferma: “Il mio scopo è un mondo dove, nei casi in cui per persone altamente disabili sia difficile vivere a casa ed essere attivi nella società, essi possano essere uccisi con l’eutanasia, con il consenso dei loro custodi”.
Gli uccisi sono 9 uomini e 10 donne, fra i 17 e i 70 anni. Fra i feriti, almeno 20 sono in condizioni molto gravi.
Questi episodi di cronaca nera sono il segno di una cultura mortifera che ormai prende sempre più piede nell’opinione pubblica. E’ nostro compito promuovere il rispetto per la dignità di ogni persona e di ogni vita, a prescindere dal fatto che possa esserci qualcosa “oltre” la vita. Solo così possiamo contrastare il farsi strada dell’utilitarismo, dell’edonismo e del materialismo, per cui chi è inabile è inutile e quindi da eliminare. Il fatto che questi abbia un cuore e dei sentimenti non rileva.
Si badi bene: quest’assassino non è affatto un pazzo. E’ una persona perfettamente logica e razionale che ha ben recepito il messaggio veicolato dalla cultura della morte.
Redazione