L’Olanda continua la sua corsa all’estensione totale del “diritto” a farsi uccidere, senza se e senza ma, in qualsiasi condizione lo si richieda. Già durante il lockdown sarebbe stato chiesto a tutti i cittadini olandesi anziani cosa avrebbero scelto in caso di contagio del coronavirus, tra «la “lunga ventilazione” con l’ausilio dei ventilatori o il naturale decorso della malattia (che potrebbe portarli alla morte)», telefonata che, spiegavamo in un altro articolo, «non avrebbe dovuto nemmeno essere concepita».
Che una persona anziana o malata possa voler vivere, dunque, non è dato per scontato dai promotori dell’eutanasia, che, non contenti di quelle telefonate choc durante la quarantena, hanno ora come obiettivo l’estensione della possibilità legale di richiedere l’eutanasia a tutti coloro che abbiano compiuto i 75 anni di età. Anche se sane. «La proposta è stata presentata al parlamento olandese venerdì scorso, verrà esaminata dal consiglio di Stato e la speranza dei promotori è che venga dibattuta e votata prima delle elezioni del marzo 2021», leggiamo su Tempi.
Intendiamoci, l’eutanasia non è una risposta umana o compassionevole neanche alla malattia, ma il fatto che possano ricorrervi anche persone in salute mostra ancor più chiaramente quanto sia assurdo chiamare questa pratica “diritto”.
Ci sono anziani soli, abbandonati, fragili, depressi, che potrebbero voler vivere se solo ci fosse al loro fianco qualcuno che dia loro sostegno e vicinanza. E invece di tentare di rimuovere le cause che susciterebbero la volontà di morire, cosa si offre loro? Direttamente la morte.
Dopotutto, non sarebbe la prima volta che le categorie ormai “improduttive”, come anziani, malati o disabili, vengono indirizzate al “viaggio senza ritorno”. È quello che accadeva durante il nazismo nei campi di sterminio e che oggi vogliono spacciarci per “morte con dignità”, solo perché sarebbe “scelta” da chi viene fatto morire.
A parte il fatto che nei Paesi in cui l’eutanasia è legale si stanno moltiplicando a dismisura i casi in cui essa viene praticata anche contro la volontà del paziente o dei parenti, bisognerebbe chiedersi se sia davvero “libera” di “scegliere” l’eutanasia una persona depressa a cui si dice che la morte assistita è un diritto di cui può avvalersi.