Una splendida notizia!
La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum sull’omicidio del consenziente (impropriamente chiamato ‘referendum sull’eutanasia’) promosso dai Radicali.
La ragione della bocciatura è chiara e severa: con l’eventuale approvazione del referendum dei Radicali, dice la Corte, “non sarebbe [stata] preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana (...) con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili”.
Secondo la Corte, non si può eliminare dall’ordinamento giuridico il ‘minimo sindacale’ della tutela della vita umana, di cui fa parte anche il reato di omicidio del consenziente.
Pro Vita & Famiglia ha degli speciali motivi di soddisfazione, avendo sostenuto e difeso, coi propri avvocati, le ragioni giuridiche contro il Referendum martedì mattina davanti alla Corte Costituzionale riunita.
Per questo oggi possiamo dire: Vittoria!
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Quella di oggi è una buona notizia, certo, ma non conclude giorni e settimane che continueranno a essere cruciali per la tutela della Vita, specialmente se debole e fragile. Le sfide non sono finite!
Se, infatti, il pericolo omicidio del consenziente è stato sventato, rimangono ancora le spinte eutanasiche per quanto riguarda la discussione in Parlamento del Testo Unico “Bazoli” sul suicidio medicalmente assistito. Se, in teoria, vorrebbe mettere in atto la sentenza 242 del 2019 con cui la Consulta si è espressa sul caso DjFabo/Cappato, in pratica va ben oltre quanto disposto all’epoca, sconfinando in una vera e propria deriva eutanasica.
Merita un richiamo la vicenda di «Mario», nome di fantasia del 44enne tetraplegico marchigiano che ha chiesto di essere aiutato a suicidarsi, per il quale scopo l’azienda sanitaria regionale ha approvato la somministrazione del farmaco Tiopentone. È un farmaco utilizzato negli Stati Uniti per eseguire le pene capitali e per questo bandito dall’Unione Europea. Insomma, il quadro generale non solo non è roseo ma appare mortifero.
Non è infatti un caso se, nell’udienza generale di mercoledì 9 febbraio, Papa Francesco ha sentito il bisogno di intervenire. «Dobbiamo essere grati per tutto l’aiuto che la medicina si sta sforzando di dare attraverso le cosiddette “cure palliative”», ha infatti affermato il pontefice, aggiungendo poi un monito chiarissimo: «Dobbiamo però stare attenti a non confondere questo aiuto con derive anch’esse inaccettabili che portano ad uccidere. Dobbiamo accompagnare alla morte, ma non provocare la morte o aiutare qualsiasi forma di suicidio».
In questo contesto Pro Vita & Famiglia ha attivato una mobilitazione a più livelli che, giorno dopo giorno, va ampliandosi sempre di più. In primo luogo con il grande convegno del 9 febbraio a Roma alla presenza di giuristi, medici, esponenti della Chiesa (come il cardinale Re e il cardinale Ladaria) e della società civile, durante il quale sono state ricordate le ragioni di un convinto «no» ad una svolta eutanasica del nostro Paese.
Insieme alle ragioni giuridiche, esposte da giuristi di primo livello come Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte Costituzionale e Alfredo Mantovano, magistrato e vicepresidente del Centro Studi Livatino, sono state messe in luce quelle antropologiche, mediche e bioetiche. Uno scenario, dunque, inaccettabile sia dal punto di vista medico che etico, come hanno ricordato gli interventi di Massimo Gandolfini, presidente dell’Associazione Family Day; Filippo Maria Boscia, presidente dell’Associazione Medici Cattolici Italiani; Aldo Bova, presidente del Forum Sociosanitario; e Marina Casini, presidente del Movimento per la Vita italiano.
Sempre il 9 febbraio, inoltre, è stato presentato il Comitato “Finché c’è Vita - #NoEutanasiaLegale”, presieduto da Jacopo Coghe, già vicepresidente di Pro Vita & Famiglia, e composto anche da Antonio Brandi, da Francesco Bellino, dai poc’anzi citati Aldo Bova e Filippo Maria Boscia e da don Isidoro Mercuri Giovinazzo. Un Comitato che, grazie alla fermezza della Corte Costituzionale, non sarà necessario attivare proprio perché, come detto, il Referendum sull’omicidio del consenziente non avrà luogo.
Pro Vita & Famiglia, dunque, vuole dar voce a quella verità tanto chiara eppure, ultimamente, tanto scomoda: finché c’è vita c’è speranza, e ogni vita, dal concepimento fino alla morte naturale, è sempre degna di essere vissuta.
Le sfide che ci attendono per difendere la Vita, sempre e comunque, sono ancora molte e impervie. Le affronteremo, insieme, con determinazione e coraggio… e uno speciale aiuto dall’Alto.