Leggiamo su LifeSiteNews che il fondatore di una famosa clinica svizzera dove si pratica l’eutanasia è sotto processo per aver sfruttato i propri clienti per trarne profitto.
Questa è la deriva che stiamo esportando dai Paesi cosiddetti “civilizzati” nella nostra Italia, probabilmente senza averne completa consapevolezza. Infatti c’è chi si esprime a favore dell’eutanasia perché la ritiene un atto pietoso...
Siamo però sicuri che l’eutanasia, quella che chiamano “dolce morte”, il suicidio assistito, sia la strada giusta per liberare la persona cara dal male che soffre? Pericolose sono le derive a cui si può arrivare, partendo dalla eutanasia.
E lo vediamo con il caso citato, avvenuto in uno dei Paesi “più evoluti”, quale è considerata la Svizzera. Il suicidio assistito non è illegale ma lo diventa se lo si fa per trarne profitto. In questo caso è punito con una pena fino a cinque anni di reclusione.
È per questo che Ludwig Minelli, il fondatore di una famosa clinica svizzera è sotto processo: ha ucciso una donna tedesca di 80 anni che ha lasciato in eredità all’organizzazione svizzera 100.000 franchi svizzeri. Capirete che l’omicidio di un consenziente, che lascia una congrua eredità all’uccisore, è piuttosto inquietante!
Minelli è anche accusato di aver chiesto 11.000 franchi svizzeri ad una donna di 85 anni e a sua figlia di 55 anni per dare loro in cambio la morte.
Si tratta di un recidivo, dunque. E di un recidivo che forse non si rende nemmeno conto di quanto sta facendo, e che probabilmente qualcuno considera un “filantropo”. Nel processo ha infatti affermato, parole testuali: «Hanno semplicemente voluto ficcare il naso» negli affari della mia clinica e poi «hanno usato questo come pretesto».
Di positivo, in tutto questo, c’è solamente il fatto che finalmente anche la giurisprudenza ha aperto gli occhi sul fatto che il mercato che gioca con la vita delle persone (che si tratti delle cliniche abortiste o delle varie “Exit” e simili) non è altro che una grande fonte di business.
Aggiornamento del 10/62018: il giudice ha dichiarato il non luogo a procedere. E’ lecito lucrare quando si vende la morte.
Redazione