Al Consiglio Regionale del Veneto (da una trentina d’anni amministrato dal centrodestra), è incredibilmente passata una mozione favorevole al fine vita. Presentato dalla consigliera d’opposizione Erika Baldin (M5S), il provvedimento ha visto il voto favorevole di gran parte dei consiglieri dei partiti di maggioranza, compresi Lega e Lista Zaia Presidente. Solo due i voti contrari, tra cui quello di Stefano Valdegamberi, eletto nel 2020 nella Lista Zaia Presidente, oggi nelle file del Gruppo Misto. A Pro Vita & Famiglia, Valdegamberi ha spiegato il suo punto di vista.
Cosa è successo la scorsa settimana in Consiglio Regionale?
«Quella mozione è stata come un fulmine a ciel sereno. Probabilmente si tratta di un testo dettato dall’esterno, tanto è vero che, da quanto ne so, è stato presentato identico in altre Regioni. Quello che mi ha stupito, comunque, sono stati gli interventi dei colleghi di maggioranza. Anche davanti a un tema delicato e complesso, ho sentito argomentazioni banali, invocando la libertà individuale come valore imprescindibile, per cui ognuno dovrebbe decidere cosa vuole fare della propria vita, sulla quale non dovrebbe esserci nessuna interferenza, nessun condizionamento ambientale, religioso o politico. La politica, però, non è un condizionamento, è una manifestazione di pensiero, di idee e di valori, che chiunque ha diritto di dichiarare e portare avanti. Dire, al contrario, che si tratta di un’interferenza è banale ma anche molto pericoloso».
Cos’altro l’ha motivata a votare contro?
«Ho trovato inammissibile che sia stata ascoltata in Consiglio soltanto l’Associazione Luca Coscioni e non anche comitati di altro orientamento. Già questo è un giudizio che discrimina, è illiberale. Bisogna sempre ascoltare tutte le posizioni, quindi capire bene il problema. Prima di dare un parere su questioni così delicate, io devo dire cosa è bene e cosa è male, al di là del mio credo. Non abbiamo deciso noi di nascere, è qualcosa di indipendente dalla nostra volontà. Stessa cosa per il morire. È chiaro che io sono contro l’accanimento terapeutico. Dobbiamo, piuttosto, sforzarci di eliminare la sofferenza, non di prolungarla artificiosamente. Dobbiamo curare fino in fondo, non intervenire per sopprimere. Tutto questo andrebbe fatto con le cure palliative, tanto è vero che abbiamo anche fatto una legge a questo scopo».
Il voto, come detto, è stato trasversale, ricevendo anche il consenso di buona parte del centrodestra, che, però, a livello nazionale, sul fine vita esprime una posizione diversa…
«Francamente, se io aderisco ad un partito, lo faccio anche sulla base del substrato di valori che quel partito rappresenta. Avallare in campo etico decisioni favorevoli all’eutanasia, all’utero in affitto, alla fondazione eterologa, a mio avviso significa prendere decisioni contrarie al bene dell’uomo. Non seguire queste idee, oggi, significa non seguire la massa. È come se ti mettessero il marchio di un partito retrogrado, devi scrollarti di dosso questo marchio di arretratezza che viene associato al centrodestra. Una delle frasi che hanno ripetuto in Consiglio è che la gente comune sarebbe molto più avanti della politica. Secondo me, la gente dice quello che gli racconti, quindi se l’informazione dominante va in una direzione, la gente fa lo stesso. Ciò che è bene e ciò che è male, però, non si può decidere per alzata di mano… Ci sono principi che non si possono esprimere a maggioranza. Una volta che su questi temi si apre un varco, non ci sono più limiti: c’è chi arriva a dire che è giusto che chi è depresso può essere fatto morire. Invece di sforzarsi per aiutare la vita, si fa leva su difficoltà fisiche o psicologiche, per favore il cedimento».
Cosa si augura a questo punto?
«Nel nostro Consiglio Regionale nemmeno i provvedimenti amministrativi vengono approvati con una maggioranza così ampia. Questa mozione è stata votata con molta superficialità, quindi credo che dovremo tornare presto su questi temi. Mi auguro che ci sia un ravvedimento e che sia aperta una discussione seria, invitando al tavolo le posizioni più diverse, per fare un’analisi più approfondita».