È spesso oggetto di dispute ideologiche, da molti è bistrattata ed effettivamente non si può dire che i governi degli ultimi quarant’anni le abbiano riservato trattamenti di favore. Tante promesse, pochi fatti: sembra davvero essere questo il leitmotiv del tormentato rapporto famiglia/politica e gli italiani ormai ne sono più che consapevoli. Cambiano le maggioranze parlamentari ma le politiche familiari sono sempre al centro dell’attenzione, talora in chiave demagogica e poco realistica. Dal punto di vista elettorale, i voti delle famiglie – in particolare delle famiglie numerose – sono visti come un grosso bottino da non sciupare e non c’è forza politica che non vi abbia puntato gli occhi.
La novità più sostanziosa sta tuttavia nella consapevolezza generale che ormai non bastano semplici incrementi alle misure di sostegno alle famiglie ma che è necessaria una radicale riforma dell’intero welfare familiare. Si pensi alla diatriba che ha visto coinvolti nelle scorse settimane il leader della Lega Matteo Salvini e il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. L’estensione del diritto all’asilo nido gratis per il 90% delle famiglie italiane a partire da questo gennaio 2020 sarebbe oggettivamente una misura rivoluzionaria ed è comprensibile, a questo proposito, lo scetticismo dell’opposizione.
Nella sua manovra, il governo Conte-bis ha promesso bonus di 3000 euro per gli asili nido, di 2500 euro per famiglie da 25.000 a 40.000 Isee, e 2,5 miliardi per la costruzione di nuovi asili nido. Altri punti del Family Act: il bonus famiglie, il potenziamento del bonus bebé, il bonus “mamma domani”, l’assegno unico per i figli a carico, la “carta famiglia” per le famiglie numerose, il bonus per i seggiolini antiabbandono, l’aumento del congedo di paternità obbligatorio, il bonus ristrutturazioni.
Intanto l’opposizione non sta a guardare e, in particolare, Fratelli d’Italia sta rilanciando il suo programma di sostegno alle famiglie e al rilancio demografico, che era stato al centro della campagna per le politiche del 2018: quoziente familiare; IVA ridotta sui prodotti per l’infanzia; part-time e telelavoro per le donne; reddito d’infanzia; fondi di garanzia per l’acquisto casa da parte delle giovani coppie.
Ammesso e non concesso che l’imponente piano del governo Conte-bis per la famiglia riesca ad andare in porto, rimane sempre un limite di fondo: la politica non può avere con la famiglia un rapporto riduzionista, limitato ai meri sostegni economici. Si possono anche inondare le famiglie numerose di bonus bebè e di asili nidi gratis per tutti. Si possono anche implementare politiche di rilancio demografico efficaci e tecnicamente corrette. Si possono introdurre tutti gli sgravi fiscali possibili per l’acquisto della prima casa. Ma non basta. Elargire le suddette misure e, al contempo: introdurre il “matrimonio egualitario”; sdoganare l’utero in affitto in maniera più o meno subdola; contrastare l’obiezione di coscienza dei medici e infermieri antiabortisti; battersi per la droga legale; favorire in modo più o meno consapevole la diffusione della pornografia; introdurre l’ideologia gender nei programmi scolastici, sarebbe come fertilizzare un campo e, contemporaneamente cospargerlo di veleni.
Prima ancora della sua fondazione ufficiale, Pro Vita & Famiglia ha messo nero su bianco i principi inderogabili e le linee guida per la tutela della famiglia nel terzo millennio. In tal senso, la dichiarazione finale del XIII Congresso Mondiale delle Famiglie (Verona, 29-31 marzo 2019) rappresenta la road map e al cuore di quel testo, si palesa il vero nocciolo della questione: non può sussistere alcuna politica a favore della famiglia, se la famiglia stessa non è rispettata nella sua identità originaria e se non si riconosce il suo valore inestimabile e insostituibile per gli individui e per la società. La famiglia è, sì, un soggetto economico ma, prima ancora, è un soggetto etico e culturale, più di ogni altro depositario della dignità umana. È il luogo dove si impara ad amare, in cui gli uomini e le donne possono dare il meglio di se stessi e in cui l’ordinario diventa straordinario. Qualunque politico, imprenditore, economista o intellettuale dovrebbe sempre tenerlo a mente…
di Luca Marcolivio