09/11/2018

Finalmente politiche e soldi per la famiglia! Il ministro Fontana le spiega

Nuovi investimenti in favore della famiglia, e alle aziende che sceglieranno di intraprendere una politica di sostegno alla natalità, sono stati annunciati dal ministro Lorenzo Fontana durante il question time in Senato.

A quanto ammonteranno questi stanziamenti? Fontana spiega: «Nella legge di bilancio siamo riusciti a ottenere, per la famiglia, 300 milioni di euro per il triennio 2019-2021 e ulteriori 100 milioni di euro per ogni anno successivo. Anticipo che intendo stanziare questi fondi prioritariamente per il welfare aziendale, per sostenere le aziende che fanno investimenti pro famiglia e pro natalità. A questo riguardo ho aperto anche un tavolo tecnico, nel quale si lavora sulle migliori esperienze già in atto».

Il Ministro ha incontrato recentemente alcuni imprenditori che nelle loro aziende hanno avviato politiche rivolte a incentivare la natalità, dimostrando che essere madri-lavoratrici non è affatto un problema, ma un’opportunità. «In bilancio è inoltre previsto, tra le altre cose, un incremento di 120 milioni di euro all’anno per le politiche sociali e di 100 milioni di euro a regime sul fondo per le non autosufficienze, che passa così da 450 milioni di euro l’anno a circa 550 milioni di euro all’anno. Riguardo alle misure per gli asili nido saranno stanziati 960 milioni di euro nel prossimo triennio e stiamo lavorando per rendere la misura realmente efficace e fruibile, nonché per garantirne dove possibile un incremento del 50 per cento. Possiamo, quindi, affermare che l’investimento complessivo in bilancio per la famiglia supera, ormai, il miliardo di euro».

Ricette concrete dunque, che dimostrano come Fontana intenda davvero svolgere il suo ruolo di ministro della famiglia con “pieni poteri” e non con una funzione meramente simbolica. Del resto il ministro ha sempre ribadito che la famiglia naturale deve tornare a essere il nucleo fondante della società, ruolo che negli ultimi anni troppi hanno tentato di sminuire.

Interventi concreti si avranno anche sul fronte della maternità. Anche qui Fontana sembra avere le idee chiare: «Proporrò misure volte a garantire una maggiore flessibilità nella fruizione del congedo di maternità, sia con riguardo al limite di età del figlio entro il quale è possibile ottenere il congedo, sia al trattamento economico percepito. In particolare, intendo innalzare fino a sedici anni, rispetto agli attuali dodici, l’età del figlio entro la quale al genitore è consentito di accedere al congedo».

L’obiettivo del Ministro è conseguire «una flessibilità in contrazione e su base volontaria, concedendo alla madre che lo richiede la possibilità di usufruire di un congedo di tre mesi con indennità al 60 per cento della retribuzione, in alternativa agli attuali sei mesi al 30 per cento dello stipendio; prevedrò, poi, ulteriori misure di conciliazione vita-lavoro come la facoltà di rendere ulteriormente flessibile il congedo di maternità; interverrò oltre che sulle misure relative alle assistenti materne, anche a favore della promozione del lavoro agile, dando priorità alle richieste di esecuzione di tale tipologia di lavoro alle lavoratrici nei tre anni successivi al periodo di fruizione del congedo di maternità, nonché a quelle con figli in situazione di disabilità».
Insomma, se davvero il buongiorno si vede dal mattino, il vento sta cambiando in favore di un vero rilancio del ruolo della famiglia e del valore della maternità.

Americo Mascarucci

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