«Ormai la maggior parte delle donne, il 53%, richiede nei nostri ospedali l'interruzione farmacologica che quindi ha superato quella chirurgica», segnala l'Ausl a Bologna. Un occasione, questa, per ribadire quanto tale pratica nuoccia alla salute fisica e psichica femminile, ancor più che nel caso, sempre molto rischioso, dell'aborto chirurgico. Se pensiamo ancora che l'aborto legale sia anche "sicuro", diamo un'occhiata alle sue possibili conseguenze. Dopo aver letto ciò e dopo aver riflettuto su chi, anche secondo la scienza, è, oltre alle donne, l'altra vittima dell'aborto, chiediamoci se sia davvero un male, come molti affermano, che il numero degli obbiettori di coscienza sia in crescita (come proprio nel caso di Bologna, in cui lo sono il 47% dei ginecologi) o se essi, con ciò, stiano compiendo esattamente il loro dovere di medici: curare e salvare vite.
Fonte: Bologna Today