Una Corte d'appello degli Stati Uniti a Cincinnati, Ohio, è stata adita la scorsa settimana perché annulli una legge dello Stato federato che vieta gli aborti sui bambini cui è stata diagnosticata la sindrome di Down, varata nel 2017.
Gli avvocati delle associazioni abortiste che hanno impugnato la legge sostengono che sia una normativa che lede i diritti fondamentali delle donne e la loro autodeterminazione. Chissà se oggi celebrano lo stesso la Giornata della sindrome di Down...
Invece, gli avvocati dello Stato - appoggiati dall'amministrazione federale - sostengono che essa non crea un un ostacolo sostanziale alle donne che vogliono abortire: ma nulla nella Costituzione o nei precedenti della Corte Suprema permette agli Stati di autorizzare la selezione eugenetica della popolazione e in particolare l'eliminazione dei portatori della sindrome di Down.
La legge non prevede alcuna sanzione per le donne, ma detta delle regole per i medici che forniscono il servizio, che se eseguono aborti selettivi rischiano multe, arresto o perdita della licenza.
Nel frattempo, la Camera dei rappresentanti del Mississippi ha approvato una legge analoga. Il disegno di legge, che sarà ora preso in considerazione dal senato, proibisce che l'aborto venga eseguito "a causa di razza, sesso o anomalie genetiche, tranne in caso di emergenza medica".
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