«Una donna in Irlanda vuole che un giudice permetta a sua figlia di morire di fame, affermando che la giovane soffre in uno "stato vegetativo" e che continuare a darle da mangiare è "crudele"». Comprendiamo il dolore, lo strazio e le difficoltà di una madre, che rispettiamo, al vedere la propria figlia in stato vegetativo, ma quella ragazza è e resta una persona e la sua vita merita di ricevere tutta l'assistenza, le cure e l'amore di cui ha bisogno. L'eutanasia, però non elimina la sofferenza, ma il sofferente. Ricordiamo che sono tantissime le testimonianze di malati che hanno desistito dalla "volontà" di morire, proprio grazie alle cure ricevute e all'affetto, grazie a chi non li ha fatti sentire mai un peso e gli ha tenuto la mano anche nelle situazioni più critiche.
Fonte: Life News